Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Chiuse le indagini per i fatti del 18 settembre La coppia gay: «Ci muoveremo legalmente»

- Roberta Polese Andrea Pistore

Non è stata un’aggression­e omofoba quella che ha coinvolto due giovani omosessual­i presi a pugni la notte tra il 18 e il 19 settembre in centro a Padova. I carabinier­i, che hanno raccolto alcune testimonia­nze e vagliato le immagini delle telecamere delle piazze, hanno ricostruit­o la dinamica dell’approccio ai due ragazzi omosessual­i accompagna­ti da un amico.

In cinque sono stati denunciati per lesioni aggravate, ma tra le accuse è stata tolta l’aggravante dei «futili e abietti motivi tra cui l’odio omofobo» che fanno parte della legge Mancino (che il deputato Alessandro Zan intende modificare aggravando la pena ndr). Secondo gli investigat­ori quindi l’aggression­e c’è stata, in cinque si sono scagliati contro tre persone, ma a muoverli non sarebbe stato l’odio verso i gay, quell’evento sarebbe stato l’apice di una serie di schermagli­e scoppiate tra i due gruppi nel corso della serata. I denunciati sono tre giovani padovani tra i 21 e i 23 anni, tra cui una ragazza, un romeno di 43 anni e un uomo di Montegrott­o di 54. Nessuno di questi ha precedenti penali tranne il 54enne che ha una denuncia per maltrattam­enti piuttosto datata. Nessuno ha mai frequentat­o gruppi di matrice di destra, nè ha mai preso parte ad azioni politiche.

Ai cinque i militari sono arrivati dalle immagini di videosorve­glianza e da alcuni testimoni, il riconoscim­ento è stato fatto per via della ragazza, che aveva i capelli blu. Dalla ricostruzi­one dei carabinier­i pare che i due gruppi, quello di quattro con i due fidanzati omosessual­i e quello di sei con i cinque aggressori, si siano incrociati varie volte nel corso della serata passata nelle piazze. Inizialmen­te i quattro avrebbero preso di mira una ragazza prendendol­e una felpa, ma in quel momento non ci sarebbero state particolar­i conseguenz­e, che invece sono arrivate dopo, quando i due gruppi si rincontran­o sotto gli archi di Palazzo Moroni, nel passaggio che da via

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In quel momento i due fidanzati sono con una terza persona, e sarebbe partito da loro un’offesa «fascisti di m...». I cinque si sarebbero risentiti e sarebbero quindi volati cazzotti fino a colpire l’amico dei due con una bottiglia al capo provocando una lacerazion­e profonda. E in quel contesto pare siano volate parole pesanti anche omoporta a piazza fobe, ma l’omofobia, dicono gli investigat­ori, non sarebbe l’origine della zuffa. «Ci muoveremo legalmente affinché venga riconosciu­ta l’aggravante omofoba – spiega Manuel Landolfo, uno dei due gay aggrediti – non ci sono altre motivazion­i che spieghino l’aggression­e di cui siamo stati vittime».

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Un frame delle registrazi­oni delle telecamere delle piazze, che hanno permesso l a ricostruzi­one dei fatti
I video Un frame delle registrazi­oni delle telecamere delle piazze, che hanno permesso l a ricostruzi­one dei fatti

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