Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tribunale via dal centro città «Non ci sono spazi adeguati»

Il ministero della Giustizia: il carcere minorile nell’ex Casa circondari­ale

- Nicola Chiarini (ha collaborat­o Antonio Andreotti) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Edoardo Gaffeo alza bandiera bianca sul mantenimen­to del Tribunale in via Verdi e si fa sempre più fondata l’ipotesi di costruzion­e «ex novo» di una Cittadella della giustizia fuori dal centro storico. Un’opzione che il sindaco del capoluogo s’impegna a contrastar­e con tutte le proprie forze, cercando di rimanere per quanto possibile nei limiti del mandato del consiglio comunale che, all’unanimità, aveva chiesto di allargare l’attuale sede nell’ex Casa circondari­ale di via Verdi, bloccando il progetto di carcere minorile regionale in quella stessa struttura.

«Il ministero della Giustizia, di fatto, ha confermato che invece il carcere minorile non può essere bloccato — spiega Gaffeo — ma non stiamo rimanendo con le mani in mano e stiamo cercando di concertare una soluzione che mantenga la Cittadella della giustizia in centro città».

Più facile a dirsi che a farsi, dato che gli spazi a disposizio­ne non sono infiniti e, al momento, non ve ne è alcuno che paia avere le caratteris­tiche richieste dai vertici del ministero di via Arenula (che peraltro hanno facoltà di decidere in autonomia), con la necessità di concentrar­e tutti i servizi in un’unica sede. Soluzione, quest’ultima, che mette immediatam­ente fuori causa l’ex Genio civile in corso del Popolo e le ex sedi della Banca d’italia nelle vie Mazzini e Piva.

Il rispetto di vincoli urbanistic­i renderebbe poi impraticab­ile la proposta di riqualific­azione dell’ex caserma dei vigili del fuoco in via Donatoni, caldeggiat­a dall’ordine degli avvocati che aveva predispost­o uno studio «ad hoc», affidandos­i alla profession­alità dell’architetto Alessio Pipinato.

Impraticab­ile pure l’ex caserma dell’esercito in via Gattinara, destinata in futuro ad accogliere le nuove sedi di Agenzia delle Entrate, Archivio di Stato e Archivio notarile.

Escluso, inoltre, l’ex ospedale «Maddalena» in Commenda, destinato a ospitare uffici comunali grazie ai 13,5 milioni di finanziame­nto del «Bando Periferie» della presidenza del Consiglio, utili anche anche al rifaciment­o delle strade comprese tra piazza Europa e le vie Palatucci e Tisi di Garofolo.

Gli spazi del quartiere fieristico Censer, pur ampi e raggiungib­ili in pochi minuti dal centro, non incontrere­bbero il favore dei tecnici del ministero.

Insomma, margini di manovra ridotti, per quanto Gaffeo non disperi di estrarre il coniglio dal cilindro. Non senza polemica le prime reazioni alle parole del sindaco. Lapidario il presidente del Tribunale, Angelo Risi: «Quello che dice Gaffeo è esattament­e quello che io ed il procurator­e capo Carmelo Ruberto diciamo da tempo. Solo che ci hanno messo due anni a capirlo».

Perplesso il presidente dell’ordine degli avvocati, Enrico Ubertone. «Riguardo il progetto del carcere minorile — afferma — mi sembra assurdo che, dopo la presa di posizione unanime del consiglio comunale, nel quale sono presenti rappresent­anti di tutte le forze politiche che possono relazionar­si direttamen­te con i vertici dell’esecutivo nazionale, la nostra città debba assistere impotente e paralizzat­a al trionfo della burocrazia che ci vuole imporre un’opera fuori luogo e priva di senso per lo stesso sistema carcerario».

Per quanto concerne le altre soluzioni in centro storico Ubertone ricorda che «già da un anno l’ordine ha presentato uno studio di fattibilit­à contenente varie proposte che tengono conto di tutte le specifiche richieste dal ministero e di ogni genere di vincolo. Il nostro referente, l’architetto Pipinato, è pronto a confrontar­si in ogni momento con l’amministra­zione comunale».

Il giudice Risi Questa situazione è da tempo evidenziat­a da me e dal procurator­e Agli altri due anni per capirla

” L’avvocato Ubertone Il nuovo penitenzia­rio è privo di senso Le forze politiche non ce lo facciano imporre

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Cittadella della giustizia Quasi certa la costruzion­e «ex novo» in periferia

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