Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Monte Grappa, la «biosfera» come patrimonio dell’unesco
Il monte Grappa «Riserva della biosfera» patrimonio dell’umanità: è l’unica candidatura italiana Unesco per il 2020. Dopo due anni di lavoro, il dossier è pronto e sarà inoltrato assieme alla richiesta ufficiale entro il 15 dicembre al Comitato tecnico nazionale Mab del ministero dell’ambiente, mentre il verdetto da parte di Unesco è previsto a maggio 2021. L’area coinvolta si estende su più di 66 mila ettari che, oltre al territorio del massiccio, comprende il Feltrino, la Pedemontana Trevigiana e quella Bassanese per un totale di 25 comuni - le rispettive amministrazioni stanno deliberando in queste settimane le adesioni - fra le province di Treviso, Vicenza e Belluno. «Ci sono tutte le carte in regola per arrivare a questo importante risultato - ha annunciato fiduciosa Valentina Fietta, vicepresidente dell’intesa Programmatica d’area Terre di Asolo e Monte Grappa che coordina il progetto -. La zona del monte sacro alla patria può quindi diventare un laboratorio di sviluppo sostenibile». Il punto di forza dell’area presa in considerazione consiste in quel rapporto equilibrato tra l’uomo e l’ambiente che passa per la difesa e la salvaguardia della biodiversità in una dimensione di sviluppo sostenibile. «Sul Grappa sono state scritte importanti pagine di storia delle due guerre mondiali - ha ricordato Fietta - ma è anche un prezioso sito naturale e un luogo ricco di tradizioni e attività».
Una spinta ulteriore è arrivata dal gioco di squadra che amministrazioni comunali, categorie economiche, associazioni ed enti sono riusciti a portare avanti con il pieno appoggio della Regione. «Abbiamo già attivato un dialogo con altre realtà Unesco vicine: dalle colline del Prosecco alle Dolomiti, che hanno espresso il loro sostegno alla nostra candidatura», ha aggiunto Fietta. Dall’inizio del percorso, nel settembre del 2018, sono stati presentati ben 152 progetti che fanno parte del dossier di 480 pagine. Proposte che spaziano dalla tutela degli ecosistemi alla valorizzazione delle peculiarità del territorio e la sua salvaguardia, compresa quella idrogeologica, dall’economia all’istruzione, dalla storia alle attività tradizionali tutto in chiave sostenibile. «L’aspirante Riserva della Biosfera sarà gestita da 31 rappresentanti pubblici e privati - ha precisato Fietta -. Indipendentemente dall’esito Unesco, il progetto di valorizzazione continuerà.