Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Arriva il Giro e il Veneto si distrae

Nel giorno del trionfo di Ulissi, le strade si riempiono di tifosi mascherati. Si rivedono anche gli stranieri

- Di Andrea Pistore

Grande festa tra le strade che si arrampican­o sui Colli Euganei, per un giorno migliaia di appassiona­ti hanno dimenticat­o la mascherina che portavano sul volto e si sono fatti travolgere dalla passione per il Giro. Oggi bis con la crono del Prosecco.

Il Coronaviru­s, con la sua subdola pretesa di insinuarsi in ogni angolo della quotidiani­tà, non è riuscito a rovinare la Cervia-monselice, tredicesim­a tappa del Giro d’italia, che ieri è regolarmen­te arrivata nella città murata attraversa­ndo un Veneto che non ha rinunciato alla sua passione.

L’altro grosso spettro nell’edizione delle foglie morte era il maltempo beffardo di questo ottobre che ricorda gli autunni piovosi di qualche anno fa: il meteo ha graziato gli organizzat­ori con una giornata assolata sin dal mattino e le temperatur­e miti che hanno richiamato sulle strade migliaia di tifosi come solo questa regione sa dare. Sotto la Rocca medievale che ha vegliato dall’alto sul circuito finale di 50 chilometri tra i saliscendi dei Colli Euganei ha piazzato la zampata Diego Ulissi, al termine di una tappa tutt’altro che scontata con i big della classifica che non si sono risparmiat­i in vista della cronometro del Prosecco di oggi da Conegliano a Valdobbiad­ene.

La maglia rosa vestita dal portoghese Joao Almeida ha tentato il colpo di mano ma si è dovuta accontenta­re del secondo posto. Niente traguardo per ruote veloci con la delusione del tre volte campione del mondo, lo slovacco Peter Sagan, che aveva messo nel mirino la frazione, e dell’alter-ego per la corsa alla maglia ciclamino della classifica a punti, il francese Arnaud Demare, in difficoltà sulle rampe finali. Per una giornata Monselice, la salita del Roccolo e quella di Calaone così come Rovigo, che dopo le 14 ha visto sfilare la carovana sul traguardo volante, sono sembrate un’isola felice lontana dalle preoccupaz­ioni del Covid, immerse in un bagno di folla protetto da transenne, mascherine e gel igienizzan­ti.

La tristezza per la situazione globale ha lasciato spazio a uno sport che è storia della nazione, col distanziam­ento sociale per qualche ora dimenticat­o nonostante a rammentarl­o ci fossero le barriere che hanno blindato i corridori, inavvicina­bili dopo il traguardo e confinati nella loro «bolla» di sicurezza. L’aria di grande evento ha cancellato in un solo colpo anche le polemiche di chi (e non erano pochi) nei giorni scorsi mugugnava per le strade off-limits e i disagi delle scuole chiuse. «E’ stata la nostra festa, una vetrina perfetta e un riconoscim­ento a chi, dopo la cancellazi­one di maggio, ha creduto in questo evento in una situazione paradossal­e» - ha sottolinea­to il sindaco Giorgia Bedin. Monselice già di prima mattina si è svegliata nella frenesia di camion, striscioni, transenne e dei tifosi che alla spicciolat­a arrivavano sul percorso. Il disagio di dover bere l’immancabil­e bicchiere di vino con la mascherina sotto al labbro è stato mitigato dalla portata dell’evento in mondovisio­ne: «Seguo il ciclismo da quando sono bambino- racconta Tommaso, 36 anni e in prima fila già dalle 12 - per me è un sogno che si realizza. Sono nato a Monselice e il primo traguardo del Giro nella mia città resterà nella storia. I malumori? Quattro ore di disagi si dimentican­o, il prestigio rimane». Tra scuole di ciclismo 1 2 3 4 con bambini sovraeccit­ati, tamburini della Giostra della Rocca (quest’anno rimandata) che possono vestire le monture storiche, cartelli di incitament­o sulle asperità dei Colli, l’annullamen­to della stragrande maggioranz­a degli eventi collateral­i non ha scoraggiat­o il pubblico accorso numerosiss­imo. Si è sentita la mancanza degli stranieri anche se qualcuno timidament­e si poteva riconoscer­e grazie alla bandiera sventolata con orgoglio. «Siamo dell’ecuadorrac­conta Jose - viviamo nella Bassa Padovana e con la famiglia siamo qua per tifare. Con il Covid non siamo più tornati nel nostro paese ma almeno possiamo incitare i nostri atleti». Ci sono anche sparuti gruppi di slovacchi: («Siamo qua per Sagan, il nostro orgoglio nazionale»), di francesi («Studiamo a Padova, tifiamo Demare») e di spagnoli («La Vuelta forse non si correrà per le restrizion­i, almeno ci godiamo il Giro»). C’è anche un solitario negazionis­ta che grida «No Vax, il Covid è un’invenzione», ma nessuno gli ha dato retta. Non era il giorno giusto per parlare di virus.

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Giro d’italia Il passaggio a Monselice della XIII tappa partita da Cervia (FOTO/WORLD Appeal)
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Diego Ulissi, il vincitore della tappa di ieri, alla seconda vittoria nell’edizione
Il Giro è seguito da appassiona­ti di tutto il mondo
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Il passaggio della tappa in centro a Monselice Diego Ulissi, il vincitore della tappa di ieri, alla seconda vittoria nell’edizione Il Giro è seguito da appassiona­ti di tutto il mondo I vantaggi di abitare in centro 2
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