Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Montisci, anche l’evasione fiscale
Spunta un’altra accusa: «Non dichiarati guadagni dalle consulenze per un milione»
L’udienza preliminare sulla presunta truffa del professor Massimo Montisci ai danni di Università e Azienda ospedaliera ha fatto emergere una nuova accusa: quella di evasione fiscale. L’ex capo di Medicina legale, infatti, avrebbe svolto per lungo tempo consulenze private (autopsie e perizie sul colpe mediche) senza dichiararle ai datori di lavoro e, a quanto pare, nemmeno al Fisco. Sono così ormai quattro i procedimenti penali a suo carico.
La procura di Padova ha aperto un fascicolo per evasione fiscale a carico del professor Massimo Montisci, ex direttore dell’istituto di Medicina legale di Padova. Sotto la lente dei magistrati sono finite le parcelle incassate dal docente nell’ambito del suo lavoro di consulente per indagini su colpe mediche o autopsie. Il fascicolo è stato aperto come conseguenza dell’inchiesta - nota da tempo - per truffa nei confronti di Università e Azienda ospedaliera. La cifra su cui si indaga è di un milione di euro: denaro incassato per incarichi che il docente avrebbe dovuto dichiarare ai due enti che lo stipendiano. I dipendenti universitari con il ruolo di Montisci non possono ricevere direttamente il denaro per le prestazioni in regime privato, cosa che invece sarebbe avvenuta per anni.
La circostanza dell’apertura del nuovo fascicolo è emersa ieri durante l’udienza preliminare davanti al gup Maria Luisa Materia in cui si è discusso della richiesta di rinvio a giudizio per truffa. È stato il difensore, avvocato e professore Emanuele Fragasso Jr , a chiedere tempo al gup per acquisire il fascicolo sull’evasione fiscale per il quale è già stata emessa la notifica di conclusione delle indagini. L’obiettivo della difesa è conoscere il dettaglio dell’accusa che è strettamente collegata al procedimento per truffa: il milioormai ne di euro non comunicato dal prof al Bo e all’ospedale sarebbe stato «dimenticato» anche nelle dichiarazioni dei redditi, ma i rilievi della procura potrebbero essere importanti per «circoscrivere» le accuse. La nuova udienza è prevista per il 3 febbraio.
Ieri si è discusso anche di un secondo procedimento a carico del professore, quello
Inchieste connesse
Il fascicolo si lega alle indagini per la presunta truffa sulle consulenze private
famoso per falso, favoreggiamento e depistaggio: la falsa perizia sulla morte del 73enne Cesare Tiveron. Montisci riferì alla procura che l’uomo, travolto dall’auto blu del direttore della sanità della Regione Domenico Mantoan, era morto d’infarto, quando la causa del decesso era stato il trauma dell’incidente. Secondo il pm Sergio Dini, Montisci ha tentato di depistare le indagini per evitare guai all’autista del top manager regionale. Fu la famiglia Tiveron, ieri presente in aula per costituirsi parte civile con l’avvocato Pietro Sartori, a portare a galla il presunto raggiro. Per questo secondo procedimento l’avvocato Fragasso ha tentato la carta dell’incompetenza territoriale. Per la difesa, il falso in perizia è stato dichiarato alla pm Cristina Gava, che ha firmato per liquidare la parcella al medico, pertanto il giudice naturale, ha sostenuto Fragasso, dovrebbe essere quello di Trento, come per tutti i reati che vedono coinvolti i magistrati che esercitano a Padova. L’istanza è stata respinta, si torna in aula il 27 ottobre. Oltre all’evasione fiscale, alla truffa e alla falsa perizia, Montisci ha un quarto procedimento legato alla presunta manomissione delle provette sui test antidroga di consumatori di cocaina «favoriti» davanti alla commissione patenti.