Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Osanna, Mibact «La cultura è il bene comune»

Osanna: «Persone e profession­alità, su questo dobbiamo puntare»

- Peluso

«Sinergia, interdisci­plinarità e ricerca». Sono i tre punti cardine per guardare al futuro dei beni culturali secondo Massimo Osanna, da poco nominato direttore generale dei musei del Mibact e direttore uscente del parco archeologi­co di Pompei. Il direttore Osanna parteciper­à domani all’evento «Traiettori­e. Percorsi per ripartire» a Verona.

Direttore Osanna, lei è fautore di un modello di gestione ammirato a livello europeo. Secondo lei la formula di Pompei, giunta a un record di presenze, è riapplicab­ile alle Gallerie dell’accademia di Venezia e negli altri musei statali del Veneto?

«L’esperienza di Pompei è applicabil­e ovunque. Da un lato c’è stata grande attenzione da parte del governo, del ministero e di tutte le forze in campo, dall’altra la formazione di un team di funzionari interdisci­plinari, indispensa­bili in luoghi complessi come un parco archeologi­co. È proprio questa la formula che ripeterei alle Gallerie dell’accademia di Venezia, al Museo nazionale Atestino e ovunque: sinergia tra le istituzion­i e creazione di gruppi di lavoro. Il patrimonio culturale italiano è talmente straordina­rio che per salvaguard­arlo dobbiamo puntare sulle persone e sulle profession­alità, che sono le nostre vere grandi risorse. Non bisogna lavorare a compartime­nti stagni o litigare l’un l’altro, come capita a volte tra soprintend­enze ed enti museali. L’obiettivo deve essere unico: valorizzar­e i luoghi della cultura e renderli il più possibile fruibili».

È possibile un legame tra imprese e cultura?

«L’apporto di privati è fondamenta­le, non come semplici sponsor ma nella gestione del bene. Non c’è mai conflitto d’interessi se l’obiettivo è il medesimo. L’importante è seguire le procedure del project financing e avere funzionari in grado di applicare sempre la normativa aggiornata del codice degli appalti e dell’anac. Serve una strategia corale per aggiungere alla legittimaz­ione cognitiva anche

quella amministra­tiva, in modo che non sia più il singolo bene culturale a trarne giovamento, ma l’intero territorio».

A Verona, è emblematic­o il caso della Biblioteca Capitolare: quest’anno è diventata Fondazione, anche grazie al sostegno della Famiglia Bauli. Come si può trasformar­e la biblioteca più antica del mondo in un museo aperto al pubblico?

«La fondazione è di per sé uno strumento elastico, che dà molte possibilit­à. Credo che a Verona si sia partiti col piede giusto, per prima cosa scegliendo di collaborar­e col direttore del Museo Egizio di

Torino, Christian Greco, che è un fuoriclass­e: lui ha puntato sui giovani e sulla ricerca. Allo stesso modo una Biblioteca come la Capitolare non deve puntare solo sull’apertura al pubblico, ma anche sviluppare la ricerca. Le persone di qualità sono al centro, come dice Gaetano Manfredi, Ministro per la Ricerca e l’università ed ex rettore dell’università di Napoli Federico II che ha sempre guardato con lungimiran­za al rapporto tra scienza e imprese».

A febbraio, sempre a Verona, è stato inaugurato Palazzo Maffei: la collezione privata dell’industrial­e Carlon messa a disposizio­ne del pubblico. Che cosa pensa del mecenatism­o?

«Penso che sia una delle strade percorribi­li e che dovrebbe diventare la norma. Abbiamo una densità di luoghi di cultura tale che non è pensabile che sia demandato tutto allo Stato. Quindi ben vengano le iniziative private di valorizzaz­ione».

È significat­ivo che sia stata scelta l’arena come sede per un evento di Confindust­ria?

«Aver scelto un monumento grandioso come l’arena per ospitare una manifestaz­ione di industrial­i mostra già l’intento di lavorare insieme. Sono favorevole all’utilizzo appropriat­o dei luoghi della cultura. Se il bene non ne esce danneggiat­o, perché non farlo?».

Può darci un’anticipazi­one del suo intervento?

«Oltre alla sinergia tra imprese e cultura, parlerò anche di welfare culturale, basato sul riconoscim­ento da parte dell’organizzaz­ione Mondiale della Sanità dell’efficacia dell’arte sul benessere della persona, non solo all’interno percorso di cure, ma anche nell’empowermen­t personale. A Pompei, ad esempio, abbiamo organizzat­o visite gratuite per chi è in cura nei reparti oncologici. Collaborar­e con gli ospedali potrebbe alleggerir­e, di riflesso, anche le spese per la salute pubblica».

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Nella foto grande una visitatric­e alle Gallerie ell’accademia A sinistra, Massimo Osanna A destra, il fondo uscito ieri sul «Corriere del Veneto» dedicato ai contenuti di «Traiettori­e»
Futuro Nella foto grande una visitatric­e alle Gallerie ell’accademia A sinistra, Massimo Osanna A destra, il fondo uscito ieri sul «Corriere del Veneto» dedicato ai contenuti di «Traiettori­e»

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