Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Don Bosco, nuovi studenti positivi al virus: tamponi rapidi anche di domenica
Undici i casi noti. Oggi test per medie e insegnanti. Monitorate 450 persone
È stato tenuto nascosto. Almeno inizialmente: nuovo cluster cittadino all’istituto Don Bosco, scuola cattolica e salesiana paritaria in via san Camillo de Lellis nel quartiere Forcellini a Padova.
Tutto è nato nei giorni scorsi, quando nel plesso scolastico che ospita circa 750 alunni - dalla scuola dell’infanzia al liceo passando per elementari e medie - sono stati «scovati» sette studenti e due professori positivi al coronavirus. Una situazione che ha subito allarmato l’ulss 6 Euganea, che ha provveduto a pianificare uno screening di massa per rintracciare altri contagi a partire dai 72 bambini della materna, sottoposti a test rapidi all’ospedale dei Colli. Ieri, invece, è stata la volta degli alunni dai 6 ai 10 anni della scuola elementare, i quali hanno effettuato il primo giro di tamponi antigenici nella palestra dell’istituto al pari di 12 insegnanti e 5 membri del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Risultato: delle 268 persone testate (di cui 196 solo oggi) sono quattro quelle risultate positive, tutti studenti, che quindi non solo vanno ad aggiungersi alle 9 precedenti, ma che dovranno anche di conseguenza sottoporsi a tampone oro-faringeo.
E non è finita qui: oggi, infatti, il Don Bosco verrà eccezionalmente aperto per lo svolgimento dei test rapidi a cinque classi della scuola media e ai restanti docenti non ancora “tamponati” nonché per sicurezza - al personale Ata e a tutti gli insegnanti del liceo. Saranno quindi circa 450 le persone monitorate. Tutto è organizzato nei minimi particolari: gli alunni, dopo essere passati dall’ingresso principale per la misurazione della temperatura, si recano in palestra e dopo l’effettuazione del tampone antigenico vengono recuperati all’uscita secondaria dai genitori. I quali non si espongono ma non nascondono la loro più che comprensibile ansia: «Sappiamo che la scuola ha rispettato tutte le norme igienicosanitarie, e proprio per questo siamo convinti che i contagi arrivino da fuori, ma la preoccupazione per quanto potrà accadere in futuro ovviamente c’è».
Tiene banco anche il caso di Jacopo Monticelli, che dall’ospedale di Schiavonia - dove ha effettuato il tampone che ha rilevato la positività di Adriano Trevisan, prima vittima europea del virus - si è trasferito
Un boom 187 nuovi positivi nelle ultime 24 ore
a quello triestino, il quale afferma di non aver ricevuto controproposte dall’ulss 6 Euganea che a sua volta ribatte: «Ad agosto il dottor Monticelli, che data l’esperienza professionale di breve durata e quindi la poca anzianità di servizio non presenta requisiti per concorrere a un incarico ulteriore rispetto a quello di base che gli è riconosciuto, ha comunicato all’azienda la volontà di dimettersi per andare a lavorare in un reparto strutturato di Malattie infettive, da noi non presente».
Preoccupa, infine, il bollettino giornaliero di Azienda Zero: 183 i nuovi casi nel Padovano nelle ultime 24 ore, con 40 ricoverati(di cui 11 in terapia intensiva) e 1.268 persone in isolamento fiduciario in tutta la provincia.