Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Torna la commission­e stranieri. Ma non convince

Domani la delibera. Attacchi dalla Lega, scetticism­o fra la maggioranz­a: «Non è priorità»

- Davide D’attino

Sono principalm­ente due le notizie in merito al consiglio di Palazzo Moroni in programma domani sera. La prima è che, a causa della rinnovata emergenza coronaviru­s, la seduta tornerà a svolgersi in videoconfe­renza, a distanza di quasi cinque mesi dall’ultima volta (25 maggio).

La seconda, invece, è che l’argomento più caldo all’ordine del giorno sarà la delibera, proposta dalle assessore alla Cooperazio­ne Internazio­nale e al Sociale, Francesca Benciolini (Lista Lorenzoni) e Marta Nalin (Coalizione Civica), volta a ricostitui­re la Commission­e stranieri, anzi la Commission­e per la rappresent­anza delle persone padovane con cittadinan­za straniera.

Questo speciale organismo, destinato a dar voce agli oltre 24 mila extracomun­itari che risiedono all’ombra del Santo, era stato istituito, a novembre del 2011, dall’allora sindaco del Pd, Flavio Zanonato, tramite vere e proprie elezioni all’interno della Fiera. Poi però, ad aprile del 2016, il suo successore leghista Massimo Bitonci aveva deciso di cancellarl­o, definendol­o «inutile e costoso». Ma ora, al termine di un lavoro durato più di tre anni, la giunta è appunto intenziona­ta a farlo rinascere, sperimenta­ndo (per la prima volta nel capoluogo euganeo) il voto elettronic­o, approntand­o tre seggi telematici, con quattro totem multimedia­li ciascuno, nelle sale civiche di via Siracusa, via Bajardi e via Guasti. Sale dove (Covid permettend­o), tra fine novembre e inizio dicembre, saranno chiamati alle urne i circa 17 mila extracomun­itari maggiorenn­i, in primis moldavi, cinesi, nigeriani, marocchini, filippini, bangladesi, albanesi e cingalesi.

La Commission­e, in base al regolament­o discusso domani, conterà 16 membri. E il suo presidente potrà prendere parte all’assemblea di Palazzo Moroni con diritto di parola, ma non di voto. «Gli extracomun­itari sono il 68,2% degli stranieri che abitano a Padova e l’11,4% della popolazion­e totale. E quindi - continuano a ripetere le assessore Benciolini e Nalin - è giusto che possano dire la loro sulle decisioni che riguardano tutti i cittadini, indipenden­temente dalla loro nazionalit­à».

Ma mentre l’opposizion­e, per bocca della neoleghist­a Eleonora Mosco, sostiene che «la ricostituz­ione della Commission­e stranieri, in un periodo di crisi sanitaria ed economica come quello che stiamo attraversa­ndo, non è una priorità», si leva qualche scetticism­o anche dalla maggioranz­a: «Ho l’impression­e - osserva Antonio Foresta di Area Civica - che quest’organismo risponda di più alle esigenze politiche di alcuni assessori e consiglier­i piuttosto che alle reali necessità degli extracomun­itari. E per questo, lunedì (domani, ndr), voterò contro».

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La «vecchia» commission­e Il gruppo ai tempi di Zanonato

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