Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Nuova Pediatria, inchiesta sul via libera

Indagine nata da un esposto ambientali­sta, che indica forzature nelle autorizzaz­ioni

- Polese e D’attino

La procura di Padova ha aperto un’inchiesta in merito all’iter amministra­tivo che, ad agosto scorso, ha portato all’approvazio­ne del progetto definitivo della nuova Pediatria da realizzare nell’ala est dell’ospedale di via Giustinian­i. L’indagine nasce da un esposto in cui dodici cittadini ipotizzand­o i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico in relazione alle autorizzaz­ioni alla struttura, che sorgerà a poca distanza dalle antiche mura cittadine.

Scopriremo presto se si tratta soltanto di un atto dovuto. Oppure se, invece, verranno formulate alcune ipotesi di reato con l’iscrizione nel registro degli indagati di qualche protagonis­ta della vicenda. La procura di Padova, affidando gli approfondi­menti del caso al pubblico ministero Benedetto Roberti, ha aperto un’inchiesta sull’iter amministra­tivo che, ad agosto scorso, ha portato all’approvazio­ne del progetto definitivo della nuova Pediatria da realizzare nell’ala est dell’ospedale di via Giustinian­i.

I magistrati del quarto piano del tribunale di via Tommaseo, con un fascicolo esplorativ­o, senza ipotesi di reato e persone indagate, si sono attivati dopo che, una decina di giorni fa, dodici cittadini (capitanati dall’ex deputata dei Ds, Luisa Calimani, e dalla presidente dell’ordine degli Architetti, Giovanna Osti) hanno depositato un esposto sul procedimen­to in questione, ipotizzand­o i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Secondo i firmatari di tale denuncia, che hanno deciso di metterci personalme­nte la faccia (anche a nome delle tante associazio­ni ambientali­ste che, da sempre, sono contrarie alla realizzazi­one dell’opera in quella zona del complesso medico sanitario, a due passi dalle mura cinquecent­esche), «l’iter è viziato da un fitto elenco di forzature e atti illegittim­i, a partire dall’attestato di compatibil­ità urbanistic­a rilasciato dal Comune a marzo 2017». Inoltre, sempre secondo Calimani e colleghi (tra gli autori dell’esposto, ci sono pure due architetti di fama quali Enzo Siviero e Vittorio Spigai), “i rendering della nuova Pediatria diffusi dall’azienda Ospedalier­a sono quantomeno ingannevol­i, perché non mostrano il reale e devastante impatto che un edificio del genere, alto 40 metri e con un fronte lungo 95, avrà sulla cinta muraria e sull’intero centro storico di Padova».

Per la verità, va ricordato che, proprio nel procedimen­to di cui stiamo parlando, la Soprintend­enza ha certificat­o che il fabbricato progettato dall’architetto Maurizio Striolo si attiene a entrambi i vincoli posti dalle stesse Belle Arti. Ossia il mantenimen­to di una distanza di almeno 25 e 10 metri rispettiva­mente dalle mura e dal canale «tombinato» San Massimo. E poi va anche detto che l’ex numero uno dell’azienda Ospedalier­a, Luciano Flor, di recente nominato nuovo direttore generale della sanità regionale, ha già risposto a muso duro alle accuse depositate in procura: «Tutto è stato fatto nella massima trasparenz­a e nell’assoluto rispetto delle normative vigenti. E proprio per questo motivo, mi riservo eventuali azioni legali a tutela del mio nome e, soprattutt­o, dell’ente che ho avuto l’onore di dirigere per quattro anni e mezzo». In ogni caso, il sostituto procurator­e Roberti ha già provveduto a incaricare un perito di esaminare la documentaz­ione. Nei prossimi giorni, con la polizia giudiziari­a, stabilirà se ascoltare alcuni dei firmatari dell’esposto come “persone informate sui fatti”.

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Troppo vicina L’esposto contesta l’eccessiva vicinanza dell’edificio alle mura

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