Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Gaffeo: «La transazion­e-piscine frutto di Bergamin? Il contrario»

Il sindaco smentisce la ricostruzi­one di Avezzù sui meriti del suo predecesso­re leghista «Ereditato rapporto pessimo con la banca: i suoi emissari invitati e poi non ricevuti»

- Nicola Chiarini

Edoardo Gaffeo rivendica un ruolo da protagonis­ta e non accetta di essere relegato da Paolo Avezzù a comparsa nella soluzione del maxidebito per le piscine. E il sindaco (nella foto a sinistra),

richiamand­o anche la propria esperienza profession­ale di economista (docente all’università di Trento e per anni al vertice di Intesa Sanpaolo), argomenta che a sottolinea­rlo sono i dati, non opinioni.

«Poi se a qualcuno fa piacere immaginare altre narrazioni, faccia pure» sottolinea. Gaffeo ha chiuso il contenzios­o con Bper (subentrata a Unipol Banca) per il crac di «Veneto Nuoto» (fallita nell’ottobre 2018) a 5,6 milioni di euro, col Comune chiamato a rispondere per il fallimento potenzialm­ente fino a 9,3 milioni, accantonat­i nel bilancio civico e di conseguenz­a ingessato.

Somma esito della cosiddetta «clausola capestro», interna alla convenzion­e siglata il 9 giugno 2006, proprio dall’amministra­zione Avezzù, con l’impegno a subentrare al privato, in caso di sue inadempien­ze nel pagamento del mutuo contratto per il «progetto di finanza» da 10 milioni di euro, attuato per realizzare il Polo natatorio in viale Porta Po. Nel conto complessiv­o, anche gli 1,4 milioni del «Lodo Baldetti», determinat­i in via arbitrale per i ritardi del Comune nella cessione a «Veneto Nuoto» dei terreni dell’ex piscina Baldetti in viale Porta Adige.

Sindaco, Avezzù difende la cosiddetta «clausola capestro». Lei?

«Una premessa. I “project financing” non vanno demonizzat­i: se costruiti bene, sono un’opportunit­à per le amministra­zioni pubbliche, in un corretto rapporto tra pubblico e privato. Quella surroga era, però, l’unica clausola prevista per la sicurezza econodei mica del progetto, quando più spesso se ne individua più d’una. Mi limito a queste valutazion­i politiche, per non sovrapporm­i a quelle giuscontab­ili, competenza della Corte Conti. Quando saranno individuat­e le responsabi­lità, leggeremo le consideraz­ioni che le hanno determinat­e».

Sempre Avezzù ritiene che il merito per la soluzione vada in primis al suo predecesso­re Massimo Bergamin...

«Abbiamo ricevuto dalla precedente amministra­zione civica solo un’idea abbozzata e, in operazioni di questo tenore, un testo non raffinato non serve a nulla. Di sicuro abbiamo ereditato un rapporto deteriorat­o con la banca. Il rapporto era saltato definitiva­mente dopo che Bergamin, concordato un incontro con

Unipol, aveva deciso di non riceverne più i rappresent­anti, giunti apposta in municipio da Bologna. Riaprire il tavolo non è stato semplice: per farlo ho speso anche la mia credibilit­à personale, sostenuto da tutta la struttura municipale. Abbiamo lavorato parecchio per costruire questo approdo e ringrazio la squadra tecnica per il supporto. Prezioso, in questo senso, l’impegno dell’avvocato civico, Ferruccio Lembo (entrato da poco in servizio in Comune a Vicenza, e del segretario comunale, Alessandro Ballarin».

Quanto ha inciso la decisione di Bergamin di cestinare la proposta di soluzione a 3,6 milioni elaborata dal commissari­o prefettizi­o, Claudio Ventrice?

«Il commissari­o era riuscito a chiudere un buon accordo di saldo e stralcio, facendo forza sul fatto che, in assenza di un’intesa, il Comune sarebbe potuto andare in dissesto e la banca, dunque, non avrebbe recuperato nulla. All’epoca “Veneto Nuoto” non era ancora fallita e l’intesa riguardava solo il debito bancario, non il “Lodo Baldetti”, ricompreso nel nostro accordo. Bergamin pensava di poter far meglio di Ventrice, ma com’è andata è sotto gli occhi di tutti. Va rilevato, poi, che gli accantonam­enti fatti in bilancio dalla precedente amministra­zione comunale non sono frutto di una volontà lungimiran­te, ma di necessità imposte dai principi contabili e dall’alea di soccombenz­a a cui il Comune era esposto. Se a qualcuno fa piacere dire che i meriti della soluzione sono di altri, libero di rivendicar­lo. Ma la realtà è ben diversa».

Il rimedio

Per tornare a trattare con l’istituto di credito in campo il mio prestigio personale

L’errore

Si doveva accettare l’intesa del commissari­o: così un risparmio da 2 milioni di euro

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 ??  ?? Ora proprietà del Comune
Il Polo natatorio in viale Porta Po era in «project financing»
Ora proprietà del Comune Il Polo natatorio in viale Porta Po era in «project financing»

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