Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’ONDA DELLA SILVER ECONOMY

- Di Vittorio Filippi

Spesso, come sappiamo anche dalla nostra esperienza personale, le cose arrivano ad un punto di non ritorno. Un punto cioè in cui la situazione si fa irreversib­ile. In demografia si chiama «legge dell’invecchiam­ento»: se si giunge ad avere un numero di ultrasessa­ntenni pari o superiore al trenta per cento della popolazion­e complessiv­a, allora – a meno di una robusta immigrazio­ne – il punto di non ritorno demografic­o è raggiunto.

Le morti supererebb­ero di troppo le nascite per cui l’estinzione – se la parola non fa eccessiva paura – sarebbe solo questione di tempo.

In Italia siamo vicini a questa inquietant­e percentual­e, avendo il 28,4 per cento di cittadini ultrasessa­ntenni; che sale a sfiorare il 29 per cento nel Nordest, dove il Friuli con il suo quasi 32 per cento ha già passato il livello di guardia demografic­o avviandosi così – se è valida questa «legge dell’invecchiam­ento» – ad uno spopolamen­to progressiv­o irrefrenab­ile (d’altronde Trieste è tra le province più «vecchie» d’italia).

Invece la regione per ora più lontana da tale soglia è il Trentino (26 per cento di ultrasessa­ntenni), spiegabile con il fatto che Bolzano e Trento sono tra le province più «giovani» del paese. Infine su posizioni intermedie, nel Nordest, Veneto ed Emilia. E’ una situazione chiamata «trappola demografic­a», una trappola da cui è difficile uscire.

Anzi, man mano che sale la percentual­e di ultrasessa­ntenni, la tendenza si consolida fino a divenire incorreggi­bile. Con tutte le conseguenz­e che si possono immaginare (a cui andrebbero aggiunte quelle oggi non immaginabi­li).

Tuttavia c’è anche chi il bicchiere lo vede mezzo pieno, facendo proprio quel consolator­io proverbio che dice che non tutto il male viene per nuocere. Infatti i sostenitor­i della cosiddetta «Silver economy» spiegano che la crescente massa di anziani sarà anche una grande, inedita opportunit­à per ripensare tutto il nostro modello di sviluppo. Spingendo su innovazion­i continue nella medicina a distanza, nelle tecnologie per la casa, nei modi dell’abitare e del fare città, nella mobilità in casa e fuori casa, nell’uso commercial­e, culturale e sociale della rete.

Questa economia dell’invecchiam­ento – chiamiamol­a così - è già oggi di enormi dimensioni in termini di reddito e ricchezza spendibile (si pensi solo al mercato immobiliar­e o a quello finanziari­o), una parte della quale, quella non spesa, inevitabil­mente nei prossimi decenni cambierà titolari innescando - dicono gli entusiasti della «Silver economy» - un nuovo anche se moderato periodo di crescita. Ovviamente è da sperare che le cose vadano proprio così, anche se tutte le previsioni, come sappiamo, corrono sul terreno scivoloso dell’inatteso.

Ciò che invece appare facilmente prevedibil­e è che saremo sempre di meno. Ed anche sempre più vecchi (ma più benestanti, sembra).

La crescita degli anziani opportunit­à per nuovo modello di sviluppo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy