Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Anche la Lega scarica Donazzan
Dalla Lista Zaia la firma decisiva per una «mozione di sfiducia»
Il caso «faccetta nera» ha sollevato un polverone politico in Regione contro l’assessore all’istruzione e al Lavoro Elena Donazzan, esponente di spicco di Fratelli d’italia. La Lega sembra determinata ad utilizzare lo scivolone di Donazzan per una resa dei conti con l’alleato. Spunta una «mozione di riserva» che chiama Zaia a rispondere in aula. Fdi: «Noi leali».
Quello che era nato come un discutibile siparietto radiofonico alla Zanzara si sta tramutando in un clamoroso caso politico in Regione e l’assessore all’istruzione e al Lavoro Elena Donazzan, esponente di spicco di Fratelli d’italia, stavolta rischia seriamente il posto in giunta. La Lega sembra infatti determinata ad utilizzare lo scivolone di Donazzan per una resa dei conti con l’alleato che, per quanto assolutamente minoritario nella maggioranza (5 consiglieri su 41), si sta facendo ingombrante con un’attività politica intensa in consiglio, che non lesina pungoli al presidente Zaia e alla sua squadra (un «movimentismo» premiato dai sondaggi).
Il fatto è noto: Donazzan viene invitata alla trasmissione di Radio24 che in questi anni ha messo in difficoltà parecchi politici, ingenuamente convinti che le cose dette nel contesto goliardico e leggero della trasmissione, per quanto gravi o politicamente scorrette, restassero confinate nell’etere (il che, ovviamente, non è mai stato). È lì per parlare del caso della pasta La Molisana, finita nel mirino per aver lanciato sul mercato formati dai nomi coloniali: le «Abissine», le «Tripoline» e via dicendo. L’assessore non ha mai fatto mistero della sua militanza e della sua storia politica e, a richiesta, coglie l’occasione per intonare «Faccetta Nera», uno degli inni più noti della propaganda fascista.
Manco a dirlo, si scatena il putiferio: piovono proteste da tutte le parti, dall’opposizione alle associazioni studentesche (oggi, alle 18.30, in piazza Castello a Vicenza il centro sociale Bocciodromo ha organizzato un flash mob) ma queste, in qualche modo, erano attese e Donazzan, forse anche per via dei precedenti, non se ne cura più di tanto. A sorprenderla, lei come tutti, è stata invece la dura presa di posizione del presidente Luca Zaia, che in passato aveva sempre glissato sulle polemiche provocate dalle sterzate «a destra» del suo assessore (di cui ha sempre avuto stima per l’azione amministrativa). Quando i più scommettevano che Zaia avrebbe abbozzato col più classico dei suoi: «In questo periodo mi occupo solo di Covid», il presidente ha tuonato: «Donazzan si deve scusare pubblicamente». Per poi argomentare: «Parliamo di una canzone che è un inno alle leggi razziali e alla sottomissione della donna, è inaccettabile». Zaia, peraltro, è molto vicino alla Comunità ebraica che sul caso si è espressa con parola molto dure, sia a Venezia che a Roma. E Donazzan, obtorto collo, per quanto prendendola alla larga alla fine si è scusata.
Caso chiuso? No. L’opposizione non vuole mollare la presa e a Palazzo Ferro Fini raccontano che sia partito proprio dall’ufficio di presidenza del consiglio, guidato dal leghista Roberto Ciambetti, il suggerimento di guardare ad un istituto finora mai utilizzato, la «mozione di riserve», che non solo va discussa alla prima seduta utile (e non può essere calendarizzata come le altre mozioni nell’anno di San Mai) e al primo punto dell’ordine del giorno, ma addirittura costringe il presidente, e dunque Zaia, a dire all’aula entro 15 giorni quali determinazioni intende assumere e cioè se caccia o meno l’assessore. Problema: questo tipo di mozioni devono essere firmate da un quinto dei consiglieri, ossia dieci, e l’opposizione, tutta insieme, arriva a nove. Manca una firma. Chi la trova? La Lista Zaia, con Stefano Valdegamberi.
Se due indizi non fanno una prova, ecco il terzo, servito su un piatto d’argento. È una nota del capogruppo della Lista Zaia Alberto Villanova che allarga la disputa dalla Donazzan all’intero partito di Fratelli d’italia: «Non posso che condannare quanto accaduto alla Zanzara e trovo offensivo per i veneti, che stanno affrontando il dramma dell’emergenza sanitaria, che politici e assessori perdano tempo intorno a questioni di questo tipo». E prosegue: «Fratelli d’italia ha niente di costruttivo da proporre? A volte, vista la loro attività politica e consiliare, abbiamo il dubbio che non facciano parte della maggioranza, o lo siano solo a intermittenza». Villanova si riferisce ad alcune mozioni di Fdi in tema di ristori, Recovery Fund e rinvio del bollo auto ma il punto è un altro ed è evidente: il capogruppo non assume posizioni così dure verso un assessore e un alleato se non ha prima avuto il via libera del presidente.
Il capogruppo dei Fratelli, Raffaele Speranzon, replica ricordando i risultati raggiunti da Donazzan nei suoi 15 anni da assessore e aggiunge: «Noi stiamo sempre dalla stessa parte, con i veneti che, schiacciati dalla crisi, chiedono ascolto e concretezza nelle risposte. Collaboriamo lealmente con la maggioranza e le nostre mozioni non sono assolutamente strumentali, hanno il solo obiettivo di rappresentare le istanze del territorio. Sono certo che la Lega e la Lista Zaia staranno con noi dalla parte di Donazzan e non con il Pd che ha presentato la mozione».
Ma a questo punto l’ultima parola la si pronuncerà in aula. Sempreché Zaia non decida d’intervenire prima.
” Villanova FDI ci dica se è ancora in maggioranza oppure no
” Speranzon Noi leali, ci aspettiamo che la Lega stia con Elena non con il Pd