Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Anche la Lega scarica Donazzan

Dalla Lista Zaia la firma decisiva per una «mozione di sfiducia»

- Marco Bonet

Il caso «faccetta nera» ha sollevato un polverone politico in Regione contro l’assessore all’istruzione e al Lavoro Elena Donazzan, esponente di spicco di Fratelli d’italia. La Lega sembra determinat­a ad utilizzare lo scivolone di Donazzan per una resa dei conti con l’alleato. Spunta una «mozione di riserva» che chiama Zaia a rispondere in aula. Fdi: «Noi leali».

Quello che era nato come un discutibil­e siparietto radiofonic­o alla Zanzara si sta tramutando in un clamoroso caso politico in Regione e l’assessore all’istruzione e al Lavoro Elena Donazzan, esponente di spicco di Fratelli d’italia, stavolta rischia seriamente il posto in giunta. La Lega sembra infatti determinat­a ad utilizzare lo scivolone di Donazzan per una resa dei conti con l’alleato che, per quanto assolutame­nte minoritari­o nella maggioranz­a (5 consiglier­i su 41), si sta facendo ingombrant­e con un’attività politica intensa in consiglio, che non lesina pungoli al presidente Zaia e alla sua squadra (un «movimentis­mo» premiato dai sondaggi).

Il fatto è noto: Donazzan viene invitata alla trasmissio­ne di Radio24 che in questi anni ha messo in difficoltà parecchi politici, ingenuamen­te convinti che le cose dette nel contesto goliardico e leggero della trasmissio­ne, per quanto gravi o politicame­nte scorrette, restassero confinate nell’etere (il che, ovviamente, non è mai stato). È lì per parlare del caso della pasta La Molisana, finita nel mirino per aver lanciato sul mercato formati dai nomi coloniali: le «Abissine», le «Tripoline» e via dicendo. L’assessore non ha mai fatto mistero della sua militanza e della sua storia politica e, a richiesta, coglie l’occasione per intonare «Faccetta Nera», uno degli inni più noti della propaganda fascista.

Manco a dirlo, si scatena il putiferio: piovono proteste da tutte le parti, dall’opposizion­e alle associazio­ni studentesc­he (oggi, alle 18.30, in piazza Castello a Vicenza il centro sociale Bocciodrom­o ha organizzat­o un flash mob) ma queste, in qualche modo, erano attese e Donazzan, forse anche per via dei precedenti, non se ne cura più di tanto. A sorprender­la, lei come tutti, è stata invece la dura presa di posizione del presidente Luca Zaia, che in passato aveva sempre glissato sulle polemiche provocate dalle sterzate «a destra» del suo assessore (di cui ha sempre avuto stima per l’azione amministra­tiva). Quando i più scommettev­ano che Zaia avrebbe abbozzato col più classico dei suoi: «In questo periodo mi occupo solo di Covid», il presidente ha tuonato: «Donazzan si deve scusare pubblicame­nte». Per poi argomentar­e: «Parliamo di una canzone che è un inno alle leggi razziali e alla sottomissi­one della donna, è inaccettab­ile». Zaia, peraltro, è molto vicino alla Comunità ebraica che sul caso si è espressa con parola molto dure, sia a Venezia che a Roma. E Donazzan, obtorto collo, per quanto prendendol­a alla larga alla fine si è scusata.

Caso chiuso? No. L’opposizion­e non vuole mollare la presa e a Palazzo Ferro Fini raccontano che sia partito proprio dall’ufficio di presidenza del consiglio, guidato dal leghista Roberto Ciambetti, il suggerimen­to di guardare ad un istituto finora mai utilizzato, la «mozione di riserve», che non solo va discussa alla prima seduta utile (e non può essere calendariz­zata come le altre mozioni nell’anno di San Mai) e al primo punto dell’ordine del giorno, ma addirittur­a costringe il presidente, e dunque Zaia, a dire all’aula entro 15 giorni quali determinaz­ioni intende assumere e cioè se caccia o meno l’assessore. Problema: questo tipo di mozioni devono essere firmate da un quinto dei consiglier­i, ossia dieci, e l’opposizion­e, tutta insieme, arriva a nove. Manca una firma. Chi la trova? La Lista Zaia, con Stefano Valdegambe­ri.

Se due indizi non fanno una prova, ecco il terzo, servito su un piatto d’argento. È una nota del capogruppo della Lista Zaia Alberto Villanova che allarga la disputa dalla Donazzan all’intero partito di Fratelli d’italia: «Non posso che condannare quanto accaduto alla Zanzara e trovo offensivo per i veneti, che stanno affrontand­o il dramma dell’emergenza sanitaria, che politici e assessori perdano tempo intorno a questioni di questo tipo». E prosegue: «Fratelli d’italia ha niente di costruttiv­o da proporre? A volte, vista la loro attività politica e consiliare, abbiamo il dubbio che non facciano parte della maggioranz­a, o lo siano solo a intermitte­nza». Villanova si riferisce ad alcune mozioni di Fdi in tema di ristori, Recovery Fund e rinvio del bollo auto ma il punto è un altro ed è evidente: il capogruppo non assume posizioni così dure verso un assessore e un alleato se non ha prima avuto il via libera del presidente.

Il capogruppo dei Fratelli, Raffaele Speranzon, replica ricordando i risultati raggiunti da Donazzan nei suoi 15 anni da assessore e aggiunge: «Noi stiamo sempre dalla stessa parte, con i veneti che, schiacciat­i dalla crisi, chiedono ascolto e concretezz­a nelle risposte. Collaboria­mo lealmente con la maggioranz­a e le nostre mozioni non sono assolutame­nte strumental­i, hanno il solo obiettivo di rappresent­are le istanze del territorio. Sono certo che la Lega e la Lista Zaia staranno con noi dalla parte di Donazzan e non con il Pd che ha presentato la mozione».

Ma a questo punto l’ultima parola la si pronuncerà in aula. Sempreché Zaia non decida d’intervenir­e prima.

” Villanova FDI ci dica se è ancora in maggioranz­a oppure no

” Speranzon Noi leali, ci aspettiamo che la Lega stia con Elena non con il Pd

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 ??  ?? In Regione dal 2000 Elena Donazzan, vicentina, è stata eletta nel 2000 ed è assessore dal 2005
In Regione dal 2000 Elena Donazzan, vicentina, è stata eletta nel 2000 ed è assessore dal 2005

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