Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vaccini, prime chiamate a casa

Test rapidi, il dg della Sanità Fior dopo la diffida dei medici: «Siamo la regione che fai più tamponi molecolari» Arrivate le dosi di Moderna, si parte con gli ultraottan­tenni. Calano contagi e ricoveri

- Nicolussi, Bonet

Con l’arrivo, ieri, delle prime 7800 dosi di Moderna in Veneto, dopo il personale sanitario la campagna vaccinale si apre alla popolazion­e. Si parte con gli ultraottan­tenni. Per il Veneto parliamo di 359.169 soggetti, che cominceran­no a essere chiamati dalle rispettive Usl a partire dalla prossima settimana. Intanto prosegue il calo dei contagi e dei ricoveri. Scontro sui test rapidi, la Regione risponde ai medici.

Le statistich­e del coronaviru­s, che non sono soltanto numeri ma la bussola utilizzata da scienziati e politici per dire al Paese dove deve andare, sono uno degli aspetti più controvers­i della pandemia. Perché spesso discusse e contestate, perché cambiano di giorno in giorno e in qualche caso nello stesso giorno a seconda dalla prospettiv­a da cui le si guarda, perché variano notevolmen­te da territorio a territorio, dando di volta in volta adito ad interpreta­zioni differenti, se non del tutto opposte, contribuen­do così a disorienta­re un’opinione pubblica già ben oltre il limite della sopportazi­one.

Così è accaduto anche ieri, quando il Veneto, giù «modello» (in positivo) e poi «caso» (in negativo) è tornato a dare timidi segnali di ottimismo - per bocca del presidente della Regione Luca Zaia durante il punto stampa - mentre il resto d’italia risprofond­ava nel pessimismo più nero - per bocca del ministro della Salute Roberto Speranza in parlamento.

«Questa settimana c’è stato un peggiorame­nto generale della situazione epidemiolo­gica in Italia, aumentano le terapie intensive, l’indice Rt e focolai sconosciut­i - ha avvertito il ministro perorando il prolungame­nto dello stato di emergenza fino ad aprile -. Non facciamoci fuorviare. L’epidemia è nuovamente in una fase espansiva: 12 Regioni e Province autonome sono ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato di cui 2 in progressio­ne a rischio alto, e una sola regione è a rischio basso». E nel resto d’europa e del mondo non va meglio: «Sta montando una forte tempesta, il virus continua a circolare con forza crescente anche se con i vaccini verrà piegato. Nel mondo c’è un decesso ogni 4.080 abitanti e in Ue un caso confermato ogni 27 abitanti, sono numeri terribili».

Un quadro in controtend­enza rispetto a quello tratteggia­to da Zaia, e confermato dal direttore generale della Sanità Luciano Flor, praticamen­te in contempora­nea, seppur con l’ormai consueto avvertimen­to per cui «non si deve abbassare la guardia e tutto può cambiare da un momento all’altro». E dunque innanzitut­to il bollettino: rispetto a martedì ieri i contagiati complessiv­i dall’inizio della pandemia sono passati da 290.536 a 292.540 ma quelli attualment­e positivi - ossia al netto dei guariti - sono 80.683 rispetto a 82.782 (-2.099); i ricoveri in area non critica sono passati da 3.029 a 2.951 (-78), quelli in terapia intensiva da 367 a 358 (-9). Anche ieri, purtroppo, ci sono stati 47 morti.

«Domattina (oggi, ndr.) ci sarà nuovo incontro tra con il governo per confrontar­ci sul prossimo Dpcm - ha detto Zaia - attendiamo di conoscere le indicazion­i dell’istituto Superiore di Sanità e certo è difficile carezzare l’idea che l’italia possa essere un’isola felice in un Europa che va male». E però in Veneto «l’incidenza dei positivi sui tamponi continua a scendere, siamo 3,48% contro il 14% nazionale, e dopo il picco del 31 dicembre siamo al tredicesim­o giorno di curve in discesa, sia per quel che riguarda le terapie intensive che per i ricoveri in area non critica che purtroppo ne sono spesso l’anticamera. Non solo - ha proseguito Zaia -. Registriam­o soprattutt­o un’inversione della curva dei nuovi ingressi in ospedale e di quella dei dimessi, il che significa che si va alleggeren­do la pressione sugli ospedali. È questo, al di là di tanti dibattiti e tante polemiche, ciò che ci sta più a cuore. Ci preoccupan­o le persone che non riescono più a respirare, non i tamponi».

Conferma Flor: «Come è ormai noto abbiamo attivato da marzo ad oggi 700 posti di terapia intensiva e di questi, attualment­e ne sono occupati tra pazienti Covid e non-covid 610. I pazienti Covid sono 336 e stanno diminuendo in modo costante ormai da due settimane. Per questo nel corso di un incontro con i direttori generali delle Usl abbiamo valutato la possibilit­à di utilizzare questi posti letto attivati per l’emergenza Covid ma lasciati liberi dai pazienti colpiti dal virus per altri pazienti che necessitan­o di cure intensive, riprendend­o gradualmen­te l’attività chirurgica programmat­a che era stata sospesa e rinviata. Ci siamo lasciati d’accordo nel lasciare tutto com’è fino a venerdì, poi nel week end decideremo se procedere in tal senso».

Terapie intensive

Occupazion­e calata , oltre 90 posti liberi: l’idea è di far ripartire le sale operatorie

Incidenza sui tamponi

Qui positivi al 3 per cento sul totale testa, la media del Paese è del 14 per cento

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Con la mascherina Il governator­e del Veneto Luca Zaia con le protezioni individual­i

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