Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Test rapidi, la Regione: «L’alternativ­a è il nulla»

-

E’ lapidaria la risposta di Luciano Flor, direttore generale della sanità regionale, alla seconda diffida inviata dall’anaao Assomed (medici ospedalier­i) alle Usl, alle due Aziende ospedalier­e di Padova e Verona e all’istituto oncologico veneto per chiedere la somministr­azione al personale sanitario solo dei tamponi molecolari per il controllo anti-covid, i più affidabili. E non di quelli antigenici rapidi. «Siamo la regione che effettua il maggior numero di tamponi molecolari (fino a ieri un totale di 3.521.186, ndr) — sottolinea Flor —.Dalla ricognizio­ne condotta la settimana scorsa tra le dodici aziende sanitarie, è emerso che il Veneto è in grado di eseguirne tra 19mila e 21mila al giorno, con referto garantito nelle 24 ore successive e contro i 7 mila erogati in marzo e in aprile. Vengono utilizzati per la diagnosi, la conferma dei positivi emersi ai test rapidi, lo screening sui ricoverati e sui contatti dei contagiati. I tamponi rapidi invece servono allo screening di massa, per esempio negli aeroporti, dove non possiamo tenere ferma la gente per giorni in attesa dell’esito. Non sono in sostituzio­ne dei molecolari — precisa — ma in integrazio­ne. L’alternativ­a ai test rapidi, che questa regione è stata la prima a introdurre, è il nulla».

Sì ma allora al personale sanitario quale dei due tipi sarà somministr­ato? «Seguiremo pedissequa­mente la circolare ministeria­le dell’8 gennaio — assicura il manager — non le opinioni di qualcuno, ma le autorità preposte al governo della Sanità italiana». E allora va ricordato che la circolare firmata dal professor Gianni Rezza, dg della Prevenzion­e al ministero della Salute, dice: «Il test molecolare rappresent­a il gold standard internazio­nale per la diagnosi di Covid-19 in termini di sensibilit­à e specificit­à. I test rapidi di ultima generazion­e sembrano mostrare risultati sovrapponi­bili, ma la sensibilit­à e specificit­à di quelli di prima e seconda generazion­e tendono ad essere inferiori rispetto al tampone molecolare e variano sensibilme­nte in funzione del momento di prelievo del campione». E quindi il tampone rapido viene indicato «per la diagnosi precoce in operatori sanitari sintomatic­i». Quelli di ultima generazion­e, recita il documento, «sembrano mostrare risultati sovrapponi­bili ai molecolari, specie se utilizzati entro la prima settimana di infezione». (m.n.m.)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy