Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Gli artigiani fanno sistema Un Caf per Padova e Rovigo «Nel 2020 persi 507 milioni»
La Confederazione nazionale artigianato (Cna) polesana unifica il proprio centro di assistenza fiscale (Caf) con quello del comitato provinciale di Padova. Dalla fusione tra le due strutture nasce una realtà che, con 150 dipendenti e un fatturato di 7,1 milioni di euro, seguirà la contabilità di 2.105 aziende, affiancando servizi di consulenza del lavoro per 969.
«In questo periodo di difficoltà è importante per le imprese avere un punto di riferimento unico per i servizi» sostiene Matteo Rettore, amministratore delegato del neonato Caf. Secondo stime dell’ufficio studi di Cna, la provincia di Rovigo nel 2020 avrebbe perso 507 milioni di valore aggiunto, con una contrazione del 9,3% del 2019, quando la pandemia non era nemmeno immaginabile. Nel complesso le imprese attive in Polesine sono 28.717 di cui 7.206 impegnate in agricoltura e pesca, 3.050 nel manifatturiero, 3.412 nell’ambito delle costruzioni, 8.257 in commercio e ristorazione, 6.792 nei servizi. Il Polesine, unendosi con Padova, secondo i vertici dell’associazione di categoria rafforzerà la propria proiezione sui mercati, aumentando il peso in Veneto. «Questa sinergia – riprende Rettore - potrà dare anche ai due territori, padovano e polesano, maggiore centralità e rilievo economico in ambito regionale». In tutto le sedi del Caf operative saranno sei, distribuite tra Rovigo, Adria, Castelmassa, Lendinara, Occhiobello, Porto Viro.
«Da qui – aggiunge Luca Montagnin, presidente provinciale di Cna Padova - ripartiamo per essere sempre più vicini ai nostri associati: un primo passo che inaugura un anno per noi importante, caratterizzato dal percorso che nei prossimi mesi ci porterà a rinnovare le cariche interne». Sempre secondo stime dell’ufficio studi dell’associazione di categoria, l’area vasta Padova – Rovigo è un territorio che rappresenta, con oltre 34 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto, di cui oltre 8 miliardi di esportazioni, poco meno di un quarto dell’economia del Veneto ed il 20% di tutti i beni venduti oltre confine.