Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Topolino e i 30 anni
Festa per la mitica storia noir tutta veneta, firmata Cavazzano «Il mistero della voce spezzata»
«Èda poco passata la mezzanotte: comincia un nuovo giorno per Topolinia… è un giorno di pioggia… bagliori nella notte…vento…acqua a catinelle… lampi su Topolinia. All’improvviso squilla un telefono! Due telefoni! Tanti telefoni!». Chi, il 20 gennaio del 1991, era corso in edicola per leggere il nuovo «Topolino» non ha più dimenticato l’incipit di «Topolino e il mistero della voce spezzata», una storia subito assurta al rango di cult nell’universo dei fumetti Disney.
Un noir made in Veneto, scritto da Silvano Mezzavilla, sceneggiatore di lungo corso e patron del festival Treviso
Comics che animò il capoluogo della Marca dal 1976 al 2003, e disegnata, magistralmente, dal veneziano Giorgio Cavazzano, il «Raffaello del fumetto», come lo definì il giornalista Vincenzo Mollica.
«Il mistero della voce spezzata» festeggia l’anniversario dei 30 anni durante i quali non solo è stata ripubblicata in Italia 12 volte, ma che è stata tradotta in tutto il mondo, dalla Germania alla Finlandia, dalla Grecia al Portogallo, arrivando fino al Brasile, alla Cina e, l’anno scorso, anche negli Stati Uniti con il titolo «The case of the cut-off calls».
Una storia che affascina lettori e disegnatori da tre decadi tanto che lo stesso Zerocalcare, l’autore di graphic novel bestseller in Italia, qualche anno fa ha ammesso di non ricordare «gialli o noir che mi abbiano mai dato emozioni più forti di “Topolino e il mistero della voce spezzata”».
Spiega Mezzavilla: «Io e Giorgio Cavazzano, che tradusse graficamente la sceneggiatura mettendo in campo tutta la sua tecnica e la sua sensibilità d’artista, eravamo certi già prima dell’uscita che la storia avrebbe lasciato il segno. “La voce spezzata” riportava Topolino (come succedeva ai tempi di Floyd Gottfredson e Romano Scarpa) in una dimensione hard boiled e, soprattutto, di suspense e di inquietudine».
La trama inizia con una telefonata allarmante che arriva contemporaneamente a tutti gli abitanti di Topolinia: «Aiu
to, aiuto, mi rapiscono! Presto…aiotto aiotto».
La strana chiamata e alcune coincidenze particolari mettono in allerta Topolino che si mette a indagare sul mistero. «Avevo da anni l’idea di una storia che raccontasse di una richiesta telefonica d’aiuto che impiegava un anno per arrivare al destinatario – continua lo sceneggiatore – su indicazione di Giorgio nel ’90 ho ritirato fuori questa idea dal cassetto rendendo Topolino protagonista della storia. Già da subito la struttura della narrazione era chiara tanto che lavorammo su due puntate, la prima della quale si chiudeva con un cliffhanger studiato per lasciare il pubblico con il fiato sospeso».
«Il mistero della voce spezzata» ha dato vita a un filone narrativo all’interno della rivista tanto che la Disney, pochi mesi dopo, uscì con il mensile «Topomistery» per il quale fu utilizzata l’immagine del Topolino di Cavazzano con impermeabile e cappello, proprio come i tanti investigatori privati interpretati da Humphrey Bogart nei noir.
«Ho pensato subito che fosse una storia originale e mozzafiato. Proprio per il taglio molto cinematografico dello script ho scelto di realizzarla con inquadrature classiche del cinema noir – ricorda Giorgio Cavazzano –ho modificato solo la tavola d’apertura: invece di una veduta di Topolinia, ho rispolverato un libro sull’america degli anni Cinquanta con l’immagine di un’auto nel bel mezzo di un temporale. Oggi è un classico: non passa una fiera o un meeting dove non mi chiedano un autografo su quella storia. “Il mistero della voce spezzata” ha modificato l’approccio al personaggio Topolino e insegnato molto a tanti sceneggiatori».