Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nuovi dg, sette debuttanti Prima volta di un infermiere
Confermati Benazzi a Treviso e Girardi a Verona. E Zaia li presenta così: «Ecco i miei gioielli». Tutte le curiosità
Èuna squadra tecnica (otto medici e un infermiere), non politica. La nuova compagine dei dg delle 9 Usl, delle 2 Aziende ospedaliere di Padova e Verona, dell’istituto oncologico veneto e dell’azienda Zero , si compone infatti di addetti ai lavori.
” Bonavina
Una sorpresa, un capitolo tutto da scrivere
” Contato
Porrò molta attenzione al Sociale
Roberto Toniolo
E’ il nuovo direttore generale di Azienda Zero
È una squadra tecnica (ci sono otto medici e un infermiere), non politica, non frutto delle solite spartizioni partitocratiche che hanno avvelenato anni di nomine, trasformandole in lotte col bilancino. La nuova compagine dei direttori generali delle nove Usl, delle due Aziende ospedaliere di Padova e Verona, dell’istituto oncologico veneto e dell’azienda Zero chiamata a traghettare la sanità regionale fuori dalla pandemia e, nei prossimi cinque anni, a plasmarne il volto futuro, si compone di addetti ai lavori. L’ha rimarcato il governatore Luca Zaia, che ieri a Palazzo Balbi, parafrasando Cornelia, la madre dei Gracchi, ha annunciato: «Ecco i miei gioielli. Li ho scelti dopo aver valutato 101 candidature e operato una selezione congrua ad arrivare a un gruppo omogeneo, che dialoga al suo interno, è caratterizzato da molti medici e manager risultati decisivi in questo difficile anno di lotta al Covid. Ho optato per professionisti utili al contesto territoriale assegnato, in grado di garantire il successo della futura programmazione regionale e di collaborare tra loro. I malati non conoscono confini — ha ammonito i dg — e a voi chiedono di costruire relazioni efficaci tra le diverse aree della regione, tra ospedali universitari e territoriali. Più sarete uniti e più forte sarà il team».
Cinque i manager confermati, due dei quali nella stessa Usl, Francesco Benazzi alla
Marca Trevigiana e Pietro Girardi alla Scaligera. Patrizia Simionato passa invece da Azienda Zero, il «cervello amministrativo» della Sanità veneta, all’usl Polesana, lasciata da Antonio Compostella, in pensione; Carlo Bramezza si trasferisce dall’usl Veneto Orientale alla Pedemontana, che saluta Bortolo Simoni, anche lui a fine carriera. Infine Giuseppe Dal Ben trasloca dall’usl Serenissima all’azienda ospedaliera di Padova, «orfana» di Luciano Flor, dal mese scorso direttore generale della sanità regionale. Tra i «senatori» pure Maria Giuseppina Bonavina, già dg a Verona, nell’ultima tornata direttore sanitario allo Iov e adesso a capo dell’usl Berica, che ha perso Giovanni Pavesi, appena nominato alla guida della sanità lombarda. Accanto a loro una ventata di novità, con i sette colleghi al debutto. Maria Grazia Carraro, direttore sanitario all’usl Veneto Orientale, diventa dg dell’usl Dolomiti, da cui si congeda Adriano Rasi Caldogno; Edgardo Contato, instancabile direttore sanitario dell’usl Polesana, è ora al comando della Serenissima; Mauro Filippi, scelto per la Veneto Orientale, è la sorpresa più lieta: «Il Veneto è la prima regione a nominare direttore generale un laureato in Scienze infermieristiche — rivela Zaia —. Studiando e lavorando, è riuscito a salire tutti i gradini di una lunga scala, arrivando al vertice».
Gioca in casa Paolo Fortuna, che da direttore dei Servizi sociosanitari dell’usl Euganea ne conquista la vetta, visto anche il pensionamento di Domenico Scibetta. Ha invece spiazzato tutti la nomina di Callisto Bravi, altro nomen omen, che faceva il direttore sanitario all’asl di Bergamo ovest e il cui curriculum ha impressionato il governatore al punto da assegnagli l’azienda ospedaliera di Verona di Francesco Cobello, avviato alla pensione. Altra bella novità allo Iov, affidato a Franca Benini, direttore sanitario dell’euganea ma con un curriculum lungo tutta la regione e oltre. Prende il posto di Giorgio Roberti. Da Padova arriva pure Roberto Toniolo, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera e adesso dg di Azienda Zero. I sette «debuttanti» sono la testimonianza del cambio di passo impresso nel segno della fatica sul campo, non solo in tempo di pandemia. «Sono al servizio della comunità — assicura Dal Ben — e mi aspetta la sfida del nuovo ospedale di Padova, che va affrontata nel migliore dei modi, in tempi stretti e con la collaborazione dell’università, che ringrazio per aver approvato la mia nomina. Conosciamo le condizioni in cui si trova l’attuale policlinico e dobbiamo imprimere un colpo di reni all’iter». Emozionato Filippi: «È una soddisfazione e un impegno. Cercherò di svolgerlo al meglio, anche per tutti i colleghi che mi guardano». «È stata una sorpresa — ammette Bonavina — è un capitolo tutto da scrivere, mi confronterò con un ambiente che non conosco. Sono però agevolata dal gran lavoro compiuto da Pavesi, so come opera, siamo sempre andati d’accordo». Del resto il poker di donne è un valore aggiunto.
Di lungo corso ed emblema della meritocrazia non ancora del tutto estinta pure Contato, visibilmente emozionato. Non se l’aspettava, tanto meno di finire all’usl di Venezia, storica e storicamente complicata, anche per i conti, spesso in rosso. «Sono consapevole della complessità della realtà e del territorio che mi aspettano — confida —. Dovrò porre molta attenzione al sociale e aiutare chi è guarito dal Covid e le imprese duramente colpite dalle conseguenze economiche della pandemia. Bisogna stare loro vicini». Nei prossimi giorni i dg nomineranno le terne strategiche (direttori sanitario, amministrativo e dei Servizi Sociali), ma prima di guardare avanti Zaia ha voluto rivolgere un «grazie speciale a un pezzo di storia della sanità veneta che va in pensione dopo aver retto le sorti dell’azienda ospedaliera di Padova nel corso della pandemia: Daniele Donato». Da direttore sanitario ha svolto le funzioni di dg quando Flor è passato in Regione. Amato anche dal personale, ha faticato senza sosta.