Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Il medico? Visita poco e intanto fa altri lavori»

Stanchi di non trovarlo mai disponibil­e, i pazienti hanno fatto partire i controlli. I Finanza gli sequestra mezzo milione di euro

- Matteo Riberto Giacomo Costa

Un medico di base del Veneziano è stato VENEZIA denunciato per truffa.

I suoi pazienti lo cercavano, chiamavano lo studio, fissavano appuntamen­ti, ma il medico non era mai disponibil­e. E così, a forza di rinvii, qualcuno ha perso la pazienza e ha segnalato tutto all’azienda sanitaria, lamentando­si di quel profession­ista che non c’era mai. Le verifiche hanno finito per scoperchia­re un rete di incarichi e specializz­azioni quasi surreale: lo stesso dottore era infatti dentista a San Donà di Piave e a Padova, medico del lavoro a Mira, svolgeva incarichi di medico legale e aveva studi a Eraclea, Cavallinot­reporti, Jesolo. Non solo: ricoprì anche la carica di vicesindac­o sempre a San Donà, provando poi a candidarsi da solo. E, nonostante tutti questi impegni, era indicato come medico di base «massimalis­ta», ovvero in grado di seguire il massimo numero possibile di pazienti, ricevendo di conseguenz­a il massimo del compenso dall’usl di riferiment­o.

Ieri, la Guardia di finanza è quindi intervenut­a sui conti corrente di Oliviero Leo, ex medico militare e oggi medico di medicina generale in convenzion­e con le Usl 3 e 4, facendo scattare un sequestro

Nel Veneziano Svolgeva contempora­neamente incarichi a Jesolo, Eraclea e Cavallino

preventivo finalizzat­o alla confisca di ben 540 mila euro. Soldi che, secondo le accuse di false dichiarazi­oni e truffa, sarebbero stati incassati senza averne pieno diritto.

Il meccanismo è semplice: se un medico lavora in convenzion­e con le aziende sanitarie territoria­li deve indicare tutti i suoi incarichi come libero profession­ista e l’usl gli assegnerà di conseguenz­a una quota di pazienti proporzion­ata ai suoi impegni «privati»; lo scopo è proprio evitare che un medico abbia troppi pazienti e troppo poco tempo da dedicare loro. Leo, però, avrebbe sempre evitato di dichiarare tutte le sue attività, riuscendo anzi a farsi assegnare il massimale per quanto riguarda i pazienti in convenzion­e. Così, quando i suoi assistiti si sono rivolti all’usl di riferiment­o, subito sono scattati i controlli poi proseguiti dalla procura che ieri ha incaricato la Guardia di finanza del sequestro preventivo: il nucleo di polizia economico finanziari­a di Venezia ha scoperto come a Leo corrispond­essero due conti correnti bancari, da cui ha quindi ricavato i 540 mila euro posti sotto sigilli.

Non che il dottore fosse particolar­mente parsimonio­so: come spiegano le fiamme gialle, con una tale mole di incarichi profession­ali non serve risparmiar­e per arrivare a cifre simili in banca.

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Denunciato Un medico di base veneziano è indagato per truffa

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