Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Il medico? Visita poco e intanto fa altri lavori»
Stanchi di non trovarlo mai disponibile, i pazienti hanno fatto partire i controlli. I Finanza gli sequestra mezzo milione di euro
Un medico di base del Veneziano è stato VENEZIA denunciato per truffa.
I suoi pazienti lo cercavano, chiamavano lo studio, fissavano appuntamenti, ma il medico non era mai disponibile. E così, a forza di rinvii, qualcuno ha perso la pazienza e ha segnalato tutto all’azienda sanitaria, lamentandosi di quel professionista che non c’era mai. Le verifiche hanno finito per scoperchiare un rete di incarichi e specializzazioni quasi surreale: lo stesso dottore era infatti dentista a San Donà di Piave e a Padova, medico del lavoro a Mira, svolgeva incarichi di medico legale e aveva studi a Eraclea, Cavallinotreporti, Jesolo. Non solo: ricoprì anche la carica di vicesindaco sempre a San Donà, provando poi a candidarsi da solo. E, nonostante tutti questi impegni, era indicato come medico di base «massimalista», ovvero in grado di seguire il massimo numero possibile di pazienti, ricevendo di conseguenza il massimo del compenso dall’usl di riferimento.
Ieri, la Guardia di finanza è quindi intervenuta sui conti corrente di Oliviero Leo, ex medico militare e oggi medico di medicina generale in convenzione con le Usl 3 e 4, facendo scattare un sequestro
Nel Veneziano Svolgeva contemporaneamente incarichi a Jesolo, Eraclea e Cavallino
preventivo finalizzato alla confisca di ben 540 mila euro. Soldi che, secondo le accuse di false dichiarazioni e truffa, sarebbero stati incassati senza averne pieno diritto.
Il meccanismo è semplice: se un medico lavora in convenzione con le aziende sanitarie territoriali deve indicare tutti i suoi incarichi come libero professionista e l’usl gli assegnerà di conseguenza una quota di pazienti proporzionata ai suoi impegni «privati»; lo scopo è proprio evitare che un medico abbia troppi pazienti e troppo poco tempo da dedicare loro. Leo, però, avrebbe sempre evitato di dichiarare tutte le sue attività, riuscendo anzi a farsi assegnare il massimale per quanto riguarda i pazienti in convenzione. Così, quando i suoi assistiti si sono rivolti all’usl di riferimento, subito sono scattati i controlli poi proseguiti dalla procura che ieri ha incaricato la Guardia di finanza del sequestro preventivo: il nucleo di polizia economico finanziaria di Venezia ha scoperto come a Leo corrispondessero due conti correnti bancari, da cui ha quindi ricavato i 540 mila euro posti sotto sigilli.
Non che il dottore fosse particolarmente parsimonioso: come spiegano le fiamme gialle, con una tale mole di incarichi professionali non serve risparmiare per arrivare a cifre simili in banca.