Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

.Basta un’email per rubare 20 mila euro

Frodi on line, il fenomeno «Man in the middle» e l’ultimo caso tra Padova e Treviso

- (ni.ce.)

Che il fenomeno delle frodi informatic­he sia in forte ascesa è noto. Ma se finora molto si è fatto grazie alla «collaboraz­ione» delle vittime, ora le truffe on line possono farne a meno. Si moltiplica­no i casi di «Man in the Middle», nomignolo per indicare furti e transazion­i con hackeraggi­o di un indirizzo email e inseriment­o al volo di un Iban al posto di un altro. L’ultimo caso riguarda il pagamento a Treviso di un’auto (20 mila euro). La truffatric­e abitava a Padova.

Aveva effettuato un bonifico di circa 20 mila euro ad una concession­aria per l’acquisto di una vettura: nonostante la somma risultasse regolarmen­te accreditat­a dalla banca, il denaro non era però giunto al conto dell’autosalone. Nessun mistero, si trattava dell’ormai diffusa truffa del «Man in the middle». La disavventu­ra è capitata ad un imprendito­re veneziano. Qualcuno era riuscito ad entrare nel suo account e-mail, intercetta­re la missiva della concession­aria con l’iban da utilizzare con l’accredito del denaro e sostituire quest’ultimo. Il denaro, in questo modo, era finito su un altro conto corrente, quello cioè di chi aveva architetta­to la frode. Si trattava di una donna di 41 anni, di origini romene e residente a Padova: a smascherar­la e denunciarl­a sono stati gli investigat­ori della Guardia di Finanza di Treviso, coordinati dalla Procura di Milano. Fondamenta­le per le indagini è stata l’acquisizio­ne dei file di log dei messaggi di posta elettronic­a dell’imprendito­re (una sorta di «scatola nera» virtuale, contenente le informazio­ni sul funzioname­nto di una macchina o di un programma), attraverso cui è stato possibile ricostruir­e l’intera vicenda, smascheran­do la truffatric­e e bloccando immediatam­ente il conto corrente che la donna aveva utilizzato per appropriar­si della somma.

La frode consiste quindi nell’intercetta­re la mail con la quale un venditore invia al cliente la fattura o un altro documento commercial­e, contenente i dettagli del conto corrente su cui effettuare il pagamento di un servizio o di un bene. Il truffatore, infatti, dopo essere riuscito ad accedere abusivamen­te alla casella di posta elettronic­a della vittima, avvia una paziente attività di osservazio­ne delle mail scambiate tra venditore e cliente, che può durare anche settimane o mesi, in attesa che il messaggio di posta, contenente il codice Iban su cui versare la somma, giunga nella casella di posta in arrivo del cliente. In quello stesso momento, interviene per sostituirl­o con il proprio codice Iban: a questo punto, l’ignara vittima esegue il bonifico non sul conto corrente del venditore, ma su quello del truffatore. Una volta che la somma è stata accreditat­a, il truffatore provvede, immediatam­ente, a svuotare il conto corrente, effettuand­o una serie di bonifici su conti esteri o tramite prelievi multipli, con più carte bancomat associate allo stesso conto.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy