Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Annalisa: «Prima della morte padre e figlio insieme in pace»

Omicidio Cavazza, interrogat­a a lungo la fidanzata del presunto patricida

- Antonio Andreotti

La sera dello scorso 4 febbraio non c’è stata nessuna imboscata premeditat­a contro il 44enne sinti Edis Cavazza (nella foto sopra), ucciso dal figlio 17enne in via Risorgimen­to a Sant’apollinare con un colpo di machete alla clavicola sinistra che avrebbe provocato un’emorragia. L’ha ribadito ieri in carcere a Verona Annalisa Guarnieri (sotto, avvocato Sandra Passadore), la 26enne fidanzata del 17enne accusata di omicidio premeditat­o in concorso.

La giovane ha parlato per tre ore al Pm rodigino Maria Giulia Rizzo, ribadendo punto per punto la sua linea. Nessun agguato a Edis Cavazza, come hanno testimonia­to alla Questura la vedova e il fratello più piccolo del 17enne, ma «solo» un tragico incidente del quale lei non è stata testimone oculare. La giovane, spiega il legale, «ha poi spiegato che la mattina del 4 febbraio ha visto il fidanzato e il padre in atteggiame­nto affettuoso. Non c’era un clima di tensione insostenib­ile».

Resta il fatto che l’omicidio è avvenuto in un contesto familiare dal quale il 17enne avrebbe voluto uscire, andando a stare a Trieste con la fidanzata dalla mamma di quest’ultima.

Riguardo all’episodio del coltello sequestrat­o lo scorso anno dalla Questura al 17enne dopo una lite col padre, la giovane ha precisato che all’epoca non era ancora fidanzata col minore. «Annalisa ha comunque spiegato al Pm di aver saputo che il 17enne stava difendendo sé stesso e i fratelli più piccoli dal papà alterato dall’alcol» afferma la Passadore.

Intanto il Riesame di Venezia ha rigettato l’istanza di Alberto Zannier, l’avvocato difensore del 17enne, per far uscire il suo cliente dal carcere minorile di Treviso. Il 3 marzo sarà il turno dell’istanza al Riesame della Passadore.

Per l’accusa la sera dell’omicidio la vedova Cavazza avrebbe trovato ad attenderla il 17enne con un machete in mano, determinat­o ad uccidere il padre. Il 17enne poi sarebbe andato dentro la roulotte dei genitori con la madre, dove all’interno c’erano altri fratelli più piccoli e la Guarnieri con un secondo machete in mano. Qui il 17enne avrebbe minacciato tutti i familiari di morte. Poco dopo sarebbe arrivata la vittima e il minore sarebbe uscito dalla roulotte per affrontarl­o. A questo punto il fratello più giovane sarebbe riuscito a sua volta ad uscire, evitando la Guarnieri, vedendo l’aggression­e e il colpo alla clavicola vicino all’abitazione dove poi è stato ritrovato il cadavere di Cavazza. Infine il tentativo di fuga dei due sull’opel «Zafira» della vittima.

Accusato Ricorso ko: resta in carcere il minore che avrebbe colpito il genitore

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