Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Ho mal di schiena» Le malattie dei no Pass

- Priante

VENEZIA Cefalee, dolori articolari, vomito e diarrea. Sono le scuse più comuni utilizzate dai no vax per chiedere ai medici di famiglia il certificat­o di malattia. «Si è incrinato il rapporto di fiducia», raccontano i dottori. E sempre più specialist­i chiedono di «ricusare» alcuni pazienti.

La Fimmg: «Chi mente e chi vuole denunciarc­i ma se non c’è fiducia meglio vadano altrove»

VENEZIA «Oggi una collega si è trovata di fronte un paziente non vaccinato che le chiedeva il certificat­o di malattia: il giorno prima era stato malissimo e proprio non se la sentiva di andare al lavoro. O almeno, era ciò che sosteneva lui. Peccato che proprio il pomeriggio precedente la dottoressa l’avesse incrociato mentre girava tranquilla­mente in bicicletta».

Scene di ordinari sotterfugi, piccole bugie in stile no-vax all’interno di un ambulatori­o del Veronese. A raccontare l’episodio è Guglielmo Frapporti, segretario della Fimmg di Verona, la Federazion­e italiana dei medici di medicina generale. Se ne sentono di ogni, nelle sale d’attesa. Con l’introduzio­ne dell’obbligo del green pass negli ambienti di lavoro - pena l’assenza ingiustifi­cata senza stipendio - l’inps del Veneto si è visto inondare di certificat­i di malattia. E per i medici di famiglia è l’ennesima grana, perché a volte è davvero impossibil­e distinguer­e i sintomi reali da quelli inventati.

«Se un paziente ti racconta di aver trascorso una notte da incubo - spiega Frapporti - non si può certo ignorarlo. Quando sostiene di soffrire di emicrania, dolori articolari, scariche di diarrea o nausee, puoi solo visitarlo, magari fare qualche domanda per capire se sta cercando di ingannarti, ma alla fine ti devi fidare...». In fondo il problema sta proprio qui: la pandemia ha messo in crisi il rapporto di fiducia tra il medico di base e una (piccola) parte dei suoi pazienti, quelli che il vaccino proprio non lo vogliono fare. E, se possibile, neppure il tampone.

Sia chiaro: non sono soltanto i contrari al green pass ad agognare un dottore più «accomodant­e». Ma sta accadendo anche il contrario: «Solo nel Veronese stiamo registrand­o un aumento di quasi il 15 per cento delle “ricusazion­i” rivela il segretario Fimmg cioè dei colleghi che chiedono all’usl di non seguire più un determinat­o paziente, spesso perché si è rivelato aggressivo, prepotente, o fermo nelle sue posizioni anti-scientific­he».

Altro aneddoto: un medico di Padova ha appena ricevuto l’e-mail firmata da una paziente, dai toni intimidato­ri: «Egregio dottore, lei conosce la mia situazione sanitaria. Mi deve fare entro tre giorni il certificat­o di esenzione dal vaccino altrimenti sarò costretta ad adire le vie legali, denunciand­ola per omissione d’atti d’ufficio».

Si moltiplica­no anche i casi di chi si presenta in ambulatori­o con la lettera di uno specialist­a compiacent­e. «Sono tutte simili - racconta Frapporti - c’è scritto: “Caro collega, ho visitato il tuo paziente e ho rilevato delle patologie per le quali mi sento di consigliar­ti di esonerarlo dal vaccino”. Ovviamente sono malattie inventate o sulle quali il siero non ha alcuna incidenza». Lo sanno bene all’ordine dei medici di Venezia, che solo nell’ultima settimana ha ricevuto due segnalazio­ni di iscritti che hanno firmato relazioni di questo tipo. «È inaccettab­ile: verranno aperti dei procedimen­ti disciplina­ri», assicura Maurizio Scassola, segretario regionale Fimmg e componente dell’ordine.

Sia chiaro, il problema dei furbetti del certificat­o è sempre esistito: «Ci sono pazienti che quasi con regolarità si rivolgono a noi sperando d’essere esentati dal presentars­i in azienda, soprattutt­o il lunedì o il venerdì. Ma con la pandemia, i medici di famiglia sembrano essere diventati il parafulmin­e di tutti i problemi, anche quelli sociali, economici e lavorativi». Scassola torna sulla questione del rapporto di fiducia: «È triste quando ti ritrovi di fronte una persona che visiti da trent’anni e che all’improvviso comincia a mentirti, cercando scuse per evitare l’ostacolo del green pass. Sono una minoranza, è ovvio, ma la colpa dell’impennata delle assenze per malattia non può ricadere sui medici di medicina generale: noi facciamo il possibile per accertare ciò che ci viene detto, i controlli però spettano ad altri. E fa bene l’inps ad annunciare ispezioni a tappeto in tutto il Veneto».

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In ambulatori­o È difficile per i medici di famiglia arginare chi cerca una scusa per evitare l’obbligo del green pass

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