Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il radiologo vicentino (sospeso) alla guida del blocco di Trieste
Giacomini: «Ci stanno mettendo gli uni contro gli altri»
VICENZA C’è un video selfie che circola in rete in cui si vede Dario Giacomini in primo piano con gli occhi arrossati a causa dei lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine, che incita le persone a non mollare e raggiungerlo a Trieste per continuare la protesta No green pass. Nulla di strano, verrebbe da dire, visto il periodo che stiamo attraversando. Se non fosse che Giacomini fino a pochi mesi fa era un medico radiologo in forza all’ospedale di Arzignano, che fa capo all’usl 8 Berica. Non un facinoroso, non un esaltato, eppure dall’altro giorno a capo, con altre persospeso ne, del «Coordinamento 15 ottobre», il cui manifesto invita «a riconoscersi in questa battaglia democratica per la libertà contro il green pass e l’obbligo vaccinale».
Giacomini, attualmente sodal lavoro e dall’albo dell’ordine dei medici, lo avevamo sentito telefonicamente nell’aprile scorso, quando circolava la notizia che un medico vicentino stava per mettere in piedi un’associazione di operatori sanitari contro l’obbligo di vaccinazione. Ci rispose di sentirci «più avanti» perché stava contattando degli avvocati per tutelare la sua posizione, precisando, tuttavia di non essere contrario alle vaccinazioni: «Anzi – disse – io le ho sempre fatte e non ho alcun dubbio che i vaccini siano utili». Il che non gli impedì di creare poche settimane dopo il Movimento
Contiamoci, con il quale ha partecipato al grande raduno di venerdì scorso a Trieste, dove ancora in questo momento si trova. «Impossibilitato a parlare con noi per i tanti appuntamenti quotidiani» ci dice Raffaello, della segreteria del Movimento, in possesso del suo cellulare o quanto meno della sua scheda telefonica.
Assunto dal 2008, dopo la specializzazione, come dirigente medico e poi responsabile dell’unità operativa semplice di radiologia dell’ovest Vicentino, qualche pubblicazione che si arresta al 2016, Giacomini si appresta, coi suoi compagni del Coordinamento, a incontrare sabato prossimo il ministro Stefano Patuanelli. Cosa abbia fatto scattare in lui questa ribellione al potere costituito è difficile dire, anche se la molla sembra essere racchiusa in una sola parola: «Obbligatorietà». Termine che ha trasformato un medico abituato a rinchiudersi giornalmente per ore
in una stanza e a confrontarsi, più che con i pazienti, con l’opinione pubblica, per convincerla che la strada giusta per la democrazia è la loro. La sua lotta personale è iniziata dapprima contro l’obbligatorietà della vaccinazione per gli operatori sanitari e si è poi ampliata, coerentemente con tale pensiero, al green pass. «Ci stanno mettendo gli uni contro gli altri – ha detto- se siamo in guerra ce lo devono dire, perché al contrario noi vogliamo una riappacificazione nazionale».
Molti i colleghi che lo stanno seguendo. Altrettanti, tuttavia, i contrariati, a iniziare dal direttore generale dell’usl Berica, Giuseppina Bonavina: «Il dottor Giacomini attualmente non è in servizio e viene sostituito, come i restanti 69 operatori sospesi, grazie alla dedizione dei colleghi che stanno sopperendo alle loro assenze».
Mauro Della Valle