Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dallo Scalone all’aula Magna i 500 interventi a palazzo Bo per celebrare gli otto secoli di vita
Le opere di restauro filologico, protagonisti gli arredi di Gio Ponti
PADOVA Il make up dei giorni migliori, per splendere come non mai: in occasione delle celebrazioni dei primi 800 anni di vita dell’università, Palazzo Bo si è rifatto il trucco. Nella sede centrale dell’ateneo è stato infatti completato il restauro degli arredi di Gio Ponti, architetto e designer milanese che a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso ha dato lustro allo stabile che ospita il rettorato: un progetto da due milioni di euro che ha interessato oltre 500 diversi oggetti e che rappresenta un caso finora unico in Italia in quanto a complessità (considerando la tipologia di materiale e la fruizione degli ambienti). L’emblema della grande mole di lavoro servita per ridare nuova luce a Palazzo Bo è l’aula Magna, che se già prima lasciava a bocca aperta per la bellezza e la ricchezza di particolari ora luccica ancor di più grazie alla decisione di riportare l’oro in primo piano. La rettrice Daniela Mapelli sottolinea sin da subito che per l’intero progetto è stata seguita la strada del «restauro filologico, perché per ogni singolo arredo (quasi 450 pezzi tra divanetti, sedie, poltrone, tavoli, porte e armadi senza contare gli oltre 400 metri quadrati di pavimenti lignei, ndr) abbiamo attinto dai nostri archivi basandoci sui disegni originali di Gio Ponti ma anche sulle foto scattate nel corso degli anni oltre che sui carteggi tra l’architetto e l’allora rettore Carlo Anti, che gli affidò il compito di rinnovare quelli che vengono chiamati gli “appartamenti del rettore”. Siamo dunque partiti dall’originale, curando ogni dettaglio e attenendoci fedelmente alla documentazione in nostro possesso, riuscendo così anche a evidenziare ulteriori aspetti: il corrimano dello Scalone del Sapere, ad esempio, ora è di colore “rosso pompeiano schietto” come desiderato dallo stesso Gio Ponti, che in una lettera allo stesso rettore Anti al tempo si lamentava in quanto gli era stato riferito che era stata dipinta in “color gelato di fragole macchiato con crema”. Questo massiccio intervento, supervisionato dalla direttrice artistica dei lavori Giovanna Valenzano, è un omaggio all’identità del nostro ateneo, non a caso portato a termine nell’anno in cui entriamo nel nono secolo di vita». A giovare degli interventi anche la cattedra di Galileo Galilei, sottoposta a restauro manutentivo, nonché gli stemmi dell’aula Magna, i quali sono stati interessati da revisione statica e contestuale pulizia. Decisamente soddisfatto anche il soprintendente Fabrizio Magani, che parla apertamente di «desiderio che si appaga».