Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I venetisti, la bandiera russa e le tensioni con la polizia
VENEZIA La bandiera col Leone strattonata tra polizia e manifestanti, ieri in piazza San Marco a Venezia durante il rituale raduno venetista del 25 aprile. Il questore Maurizio Masciopinto annuncia denunce per manifestazione non autorizzata, visto che gli indipendentisti presenti erano almeno 250 e non avevano avuto alcun via libera all’iniziativa.
«Una riunione per la pace, un giro della piazza con le bandiere e poi la benedizione finale», spiega Pierangelo Del Zotto, tra i fondatori di «Prima il Veneto».
Tra i gonfaloni marciani, spiccava però una bandiera russa, a sottolineare la «simpatia» che lega alcune aree della galassia venetista a Vladimir Putin. «Ce n’è anche una dell’ucraina» si affretta a sottolineare Albert Gardin, «doge» proclamato nel 2016 dal maggior consiglio dei serenissimi venetisti. «Ma il nostro era un corteo religioso - prova ad azzardare - celebriamo San
Marco Evangelista. La legge autorizza le processioni di culto».
È sempre Gardin a ricostruire le fasi che hanno preceduto la manifestazione: «Abbiamo chiesto in questura e la risposta è stata sibillina: non vietavano ma non consentivano». La pattuglia in servizio l’ha interpretata alla lettera, ne è nato un parapiglia sulla bandiera di cinque metri per 2,5 che apriva il corteo, comunque concluso al grido di «Territori Veneti liberi» e con la benedizione di don Floriano Pellegrini, parroco di Coi e guida spirituale di no vax e no green pass. I poliziotti chiedevano ai manifestanti di disperdersi e lì si sono registrate le tensioni, con un faccia a faccia serrato tra manifestanti ed agenti, e non sono mancati gli insulti rivolti alle divise.