Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Peghin, un pomeriggio all’attacco «Giordani? Chiama le archistar ma poi non sa gestire gli appalti»
Incontro al Pedrocchi. «E aspetto sempre un confronto con lui»
PA D O VA La Sala Rossini del Caffè Pedrocchi è in overbooking, tanto che c’è chi è costretto a rimanere in piedi visto che i 90 posti disponibili (in gran parte occupati da candidati nelle liste a lui vicine, siano esse civiche o di centrodestra) sono stati «bruciati». Eppure una sedia vuota c’è, e non è un caso: Francesco Peghin, aspirante primo cittadino, la tiene al suo fianco con tanto di cartello «Giordani Pd Sindaco» - nel corso di quello che ha definito «il primo confronto pubblico». Il riferimento, tutt’altro che velato, è a quello al momento mancato proprio con Sergio Giordani, con Peghin che continua ad auspicare che quel momento arrivi presto: «Spero di potermi confrontare con lui, ovunque voglia, anche perché altrimenti vorrebbe dire che non è adatto a fare il sindaco».
Non è certo l’unico attacco lanciato dal candidato del centrodestra all’attuale primo cittadino: «Mi accusano di essere radiocomandato da Bitonci? Da piccoli, quando ci si prendeva in giro, si esclamava “chi lo dice sa di esserlo”: ecco, mi sa che qualcuno è talmente abituato, avendo un sindaco-ombra, da credere che questa regola valga anche per gli altri. Per non parlare dei tanti annunci fatti ultimamente dall’attuale amministrazione: penso che i padovani non siano così poco accorti da non capire che si tratta di pura propaganda». La parola passa quindi ai presenti in sala, più sostenitori che semplici cittadini tanto che di quasi ognuno di loro viene letto anche una sorta di breve curriculum: tra loro, ad esempio, c’è anche l’imprenditore Leonardo Cetera, ma la più agguerrita è la signora Maurizia Celestino, che gli chiede di evitare la futura posa dei binari del tram in Corso Milano «altrimenti vengo a prenderla a Palazzo Moroni». Un assist col contagiri per Francesco Peghin, che spiega: «Io non sono contro il tram, ma contro i binari che sventrano la città. La questione del Sir3, poi, dimostra come l’attuale amministrazione sia incapace di gestire gli appalti».
Peghin torna quindi a parlare dell’ex Prandina («Va fatto un parcheggio da mille posti circondato da alberi») e dell’opzione del park interrato in piazza Insurrezione prima dell’ultimo attacco: «Per il progetto della nuova stazione è stato chiamato il milanese Stefano Boeri, per il centro congressi il giapponese Kengo Kuma. Ma è possibile che dobbiamo sempre ricorrere ad archistar non padovane quando abbiamo fior fiore di professionisti in città?».
Quando in conclusione gli si chiede se la scelta del 25 aprile per il primo confronto pubblico simboleggia una voglia di «liberazione», Peghin sorride: «Diciamo che è casuale ma emblematica, e credo che in molti in sala lo abbiano pensato».