Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Liberazione, citazioni letterarie e «concertone» a Pontecchio Aleggiano l’ucraina e la pace
ROVIGO Non ci sono stati scontri, né polemiche, né provocazioni durante le celebrazioni del 77esimo anniversario della Liberazione dell’italia dal nazifascismo che si sono svolte ieri nel capoluogo polesano e a Pontecchio. Un anniversario particolare visto che, non lontano dall’italia, c’è la guerra per l’invasione dell’esercito russo in Ucraina.
La mattinata è trascorsa tranquilla con i discorsi del presidente della Provincia, Enrico Ferrarese, del sindaco Edoardo Gaffeo e del prefetto Clemente Di Nuzzo a Palazzo Celio. Ferrarese ha citato Liliana Segre, la senatrice testimone diretta dell’olocausto, dicendo che «ci insegna a non odiare». Gaffeo ha esordito dicendo che «la Costituzione è chiara nel dire che l’italia ripudia la guerra» per rilevare poco dopo che la pace, in Italia,
«è uscita da un momento di lotta». Poi ha letto un passo del romanzo «Il sentiero dei nidi di ragno» di Italo Calvino dicendo che, a suo avviso, spiega perfettamente cos’è stata la Resistenza in Italia.
Ha calibrato la voce con una certa teatralità, senza alzare troppo il tono e rispettando i tempi scenici. Al termine ha strappato un breve applauso dalla piccola platea formata da consiglieri comunali e provinciali, esponenti delle Forze dell’ordine e dalle associazioni invitate tra cui i sindacati e l’anpi (Associazione nazionale partigiani italiani).
Nel pomeriggio, dalle 16, le celebrazioni si sono spostate a Pontecchio nel parco «Festa dell’unità» dove erano previste quattro esibizioni musicali con i gruppi Marmaja, Berretto Frigio, Brokenscreen e il Duo fisarmoniche. Il pubblico è stato di circa cento persone.
Per l’anpi ha parlato Antonella Toffanello, per la Cgil, il segretario provinciale Pieralberto Colombo, che ha detto: «Tutti sono consci, parlando della guerra in Ucraina, di chi è l’aggressore e chi l’aggredito, rimane però anche il valore della pace da affermare che nasce dalla Resistenza. Se torniamo indietro, senza voler strumentalizzare, noi abbiamo toccato con mano con l’assalto alla Cgil di ottobre dell’anno scorso, quanto se non risolto il disagio sociale trovi sfogo negli attacchi neofascisti».
Colombo (Cgil)
Nella guerra in corso sappiamo tutti chi è l’aggressore e chi l’aggredito