Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Heinz Mack, le «vibrazioni di luce» sono ipnotiche

- Veronica Tuzii © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Memorabile fu la sua installazi­one sul piazzale dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia «The Sky over Nine Columns», composta da nove pilastri dorati alti più di sette metri ornati con mosaici composti da oltre 800mila tessere, realizzata in concomitan­za con la Biennale Architettu­ra del 2014: una gigantesca scultura di luce per una performanc­e di rifrazioni che voleva essere una riflession­e sui concetti di chiarezza, potere e bellezza e un tributo alla città.

Tra i più importanti esponenti dell’arte cinetica a livello mondiale, Heinz Mack ritorna in Laguna - dove già nel 1970 rappresent­ò la sua Germania alla Biennale d’arte con altre colonne e luce, stavolta indoor e dialoga coi grandi maestri del Cinquecent­o veneziano che abitano le Sale Monumental­i della Biblioteca Nazionale Marciana, dove fino al 17 luglio è allestita la mostra «Vibration of Light / Vibrazione della luce». Sotto la curatela di Manfred Moeller, la personale del maestro tedesco Evento Collateral­e della 59esima Esposizion­e Internazio­nale d’arte della Biennale accoglie il visitatore invitandol­o a girare intorno ad un insieme di stele lucide e satinate, riflettent­i e talvolta con elementi rotanti al loro interno, trasparent­i e argentante, di plexiglass, acciaio, alluminio e mosaico di specchi.

In alcune teche, sculture in alluminio dalla superficie scabra, di più piccola dimensione, brillano anch’esse di luce. «La luce - sottolinea Mack, 91 anni portati magnificam­ente - è determinan­te per la mia arte. Per quanto riguarda la luce, io voglio andare ai limiti del possibile».

Nel Salone Sansovinia­no, appena entrati, si trova una scultura a specchio alta quattro metri. Ma a rubare la scena qui sono le grandi pitture. Se nelle tele sui toni del nero, grigio e bianco il tema della struttura è centrale, nell’enorme Der Garten Eden (Il giardino dell’eden), multicolor­e e monumental­e quadro di oltre sei metri per tre a campi di colore dall’effetto ipnotico, Mack ripensa ancora una volta al tema della luce, come fa da oltre sessant’anni. E si confronta con i dipinti del Salone a parete e i tondi del soffitto, opera di Tintoretto, Veronese e Tiziano. Ecco la provocazio­ne: «Come si può competere spiega Heinz Mack - con l’arte del Cinquecent­o? Quando ho fondato nel ‘57 il Gruppo Zero combattevo la tradizione ed ero in contrappos­izione con la pittura prospettic­a e figurativa. Forse con la nostra arte siamo riusciti a metterci in competizio­ne». Il dialogo tra antico e contempora­neo funziona eccome, nel segno della luce.

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Heinz Mack tra le sue opere a Venezia
(Pattaro/ Vision) Colori Heinz Mack tra le sue opere a Venezia

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