Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Assunzioni, un taglio da 70 milioni al piano triennale dell’usl
Sforbiciata della Regione. I sindacati: «Significa il mancato ingresso di 431 nuove figure. É la tempesta perfetta»
PADOVA Una «sforbiciata» di oltre 70 milioni di euro che si traduce con la mancata assunzione di 431 figure professionali del comparto medicosanitario, per quella che la sezione provinciale della Cisl Fp definisce «la tempesta perfetta»: i rappresentanti sindacali lanciano l’allarme riguardo al piano triennale 2022-2024 dei fabbisogni dell’usl 6 Euganea.
Una questione spinosa che ha inizio lo scorso novembre, quando l’azienda sanitaria locale presenta alla Regione un primo piano che prevede una spesa di quasi 699 milioni di euro alla voce «costo personale», con un milione e mezzo di euro extra per le prestazioni aggiuntive (ovvero gli straordinari). Peccato che il piano venga bocciato - unico di tutto il Veneto - a inizio febbraio in quanto ritenuto dalla Regione «non coerente con le linee di indirizzo in quanto la spesa prevista per il personale dipendente per il triennio 20222024 non risulta conforme agli obiettivi prefissati». All’usl 6 Euganea, che lo aveva preparato tenendo conto delle esigenze di sviluppo rispetto non solo all’incremento di attività e volumi prestazionali ma anche alla necessità di sopperire alla sempre maggior carenza di personale, non resta dunque che mettere mano al piano e presentarne un altro.
Accade esattamente il primo aprile, e a dispetto della data quello che si legge al suo interno, purtroppo, non è uno scherzo: la somma destinata a coprire i costi del personale scende a poco più di 628 milioni di euro, il che vuol dire circa 70 milioni e 700mila euro in meno rispetto al primo piano, con conseguente «taglio» (nel senso di assunzioni che per forza di cose saltano) di 431 dipendenti. Risultato: la cifra che nel triennio servirà a pagare le prestazioni aggiuntive schizza a dieci milioni e 666mila euro, vale a dire quasi 9 milioni e 200mila euro in più del piano di novembre. Un quadro che preoccupa i dirigenti di Cisl Fp Fabio Turato, Emiliano Bedon e Alessandro Piovan: «Stentiamo a credere che di fronte alle difficoltà nel garantire i servizi e a recuperare le prestazioni perse in questi due anni di crisi la Regione, invece di autorizzare un piano di assunzioni coraggioso ed espansivo, abbia richiesto all’usl di ridurre fortemente la spesa di personale, visto e considerato anche che mancano già all’appello 340 tra infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi. Questo piano è una sorta di mannaia per la qualità dei servizi sanitari dell’intera provincia, come se non bastasse la scelta di esternalizzare sempre più i pronto soccorso: il rischio è che nelle prossime settimane l’azienda sanitaria locale, per garantire le meritate ferie estive ai lavoratori, decida di ridurre i posti letto e di conseguenza le attività. La Regione non può rimanere sorda di fronte alle necessità del nostro territorio».