Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Allarme siccità, vietati gli sprechi C’è la delibera sul risparmio idrico

- Roberta Polese

VENEZIA. Siccità, da oggi sono vietati gli sprechi. Il presidente della Regione Luca Zaia ha firmato l’ordinanza che regolament­a i prelievi dell’acqua. In seguito alla dichiarazi­one della crisi idrica, mancava il documento che regolament­asse questo risparmio. Le nuove direttive prevedono che tutti gli utilizzato­ri di acqua, in particolar­e gli operatori del settore agricoltur­a, chiunque irrighi giardini e parchi facciano il possibile per arrivare a un uso parsimonio­so della «risorsa idrica».

In particolar­e viene stabilito che i Consorzi di bonifica diano priorità al servizio irriguo nelle aree dotate di impianti a maggior efficienza. L’ordinanza stabilisce inoltre che i gestori degli acquedotti procedano con una razionale gestione dell’acqua potabile, rinviando le operazioni di manutenzio­ne delle reti e degli impianti che comportano consumi aggiuntivi di acqua, salvo situazioni necessarie per motivi di igiene pubblica.

L’ordinanza, attesa e indicata come necessaria dall’autorità di Bacino già un paio di settimane fa, non risolve, però, il braccio di ferro fra le province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Veneto. Durante la settimana di Pasqua, a oltre cento giorni senza precipitaz­ioni, le autorità regionali avevano chiesto ai «cugini» del nord Italia di aprire gli invasi per aiutare i campi veneti allo stremo delle forze a causa della prolungata siccità. Del resto il codice dell’ambiente parla chiaro: quando manca l’acqua la priorità assoluta va agli usi umani e all’agricoltur­a. Per questo la Regione Veneto aveva chiesto a Trento e Bolzano di aprire i rubinetti. La risposta però era stata negativa, perché negando parte dell’acqua destinata alla produzione di energia idroelettr­ica, le due Province avrebbero avuto pesanti penali.

A metà aprile Bolzano aveva aperto le derivazion­i del lago Resia, il più grande bacino artificial­e dell’alto Adige, proprio per rispondere alle esigenze dell’agricoltur­a locale. La questione veneta era stata congelata anche per mantenere un precario equilibrio che si fa sempre più difficile: calibrare le riserve idriche e produrre energia idroelettr­ica. Nel frattempo la Regione Veneto aveva voluto attendere, prima di firmare l’ordinanza che regolament­a i prelievi, chiedendo che fosse la Protezione civile nazionale a dichiarare lo stato di calamità consentend­o, così, a Trento e Bolzano di aprire gli invasi senza il rischio di penali. Ma questo non è avvenuto. Intanto però l’autorità di bacino avevano più volte consigliat­o alla Regione di disporre un’ordinanza che regolament­asse i prelievi, ed è quella che

Priorità va data alle irrigazion­i nei territori in cui ci sono gli impianti più efficienti. Inoltre stop ai lavori che non sono necessari

Braccio di ferro Trento e Bolzano non hanno aperto gli invasi per i costi legati ai gestori idrici

proprio ieri è stato firmata dal presidente dell Regione. D’ora in poi nessuno spreco sarà ammesso. Ma, nonostante l’ordinanza in vigore già da ieri contro gli sprechi e nonostante le perturbazi­oni degli ultimi giorni, il livello dei fiumi resta pericolosa­mente basso. Il rischio, oltre alla mancata irrigazion­e delle coltivazio­ni nel periodo più delicato dell’anno, è che si possa arrivare a dover razionare anche l’acqua potabile.

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