Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Allarme siccità, vietati gli sprechi C’è la delibera sul risparmio idrico
VENEZIA. Siccità, da oggi sono vietati gli sprechi. Il presidente della Regione Luca Zaia ha firmato l’ordinanza che regolamenta i prelievi dell’acqua. In seguito alla dichiarazione della crisi idrica, mancava il documento che regolamentasse questo risparmio. Le nuove direttive prevedono che tutti gli utilizzatori di acqua, in particolare gli operatori del settore agricoltura, chiunque irrighi giardini e parchi facciano il possibile per arrivare a un uso parsimonioso della «risorsa idrica».
In particolare viene stabilito che i Consorzi di bonifica diano priorità al servizio irriguo nelle aree dotate di impianti a maggior efficienza. L’ordinanza stabilisce inoltre che i gestori degli acquedotti procedano con una razionale gestione dell’acqua potabile, rinviando le operazioni di manutenzione delle reti e degli impianti che comportano consumi aggiuntivi di acqua, salvo situazioni necessarie per motivi di igiene pubblica.
L’ordinanza, attesa e indicata come necessaria dall’autorità di Bacino già un paio di settimane fa, non risolve, però, il braccio di ferro fra le province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Veneto. Durante la settimana di Pasqua, a oltre cento giorni senza precipitazioni, le autorità regionali avevano chiesto ai «cugini» del nord Italia di aprire gli invasi per aiutare i campi veneti allo stremo delle forze a causa della prolungata siccità. Del resto il codice dell’ambiente parla chiaro: quando manca l’acqua la priorità assoluta va agli usi umani e all’agricoltura. Per questo la Regione Veneto aveva chiesto a Trento e Bolzano di aprire i rubinetti. La risposta però era stata negativa, perché negando parte dell’acqua destinata alla produzione di energia idroelettrica, le due Province avrebbero avuto pesanti penali.
A metà aprile Bolzano aveva aperto le derivazioni del lago Resia, il più grande bacino artificiale dell’alto Adige, proprio per rispondere alle esigenze dell’agricoltura locale. La questione veneta era stata congelata anche per mantenere un precario equilibrio che si fa sempre più difficile: calibrare le riserve idriche e produrre energia idroelettrica. Nel frattempo la Regione Veneto aveva voluto attendere, prima di firmare l’ordinanza che regolamenta i prelievi, chiedendo che fosse la Protezione civile nazionale a dichiarare lo stato di calamità consentendo, così, a Trento e Bolzano di aprire gli invasi senza il rischio di penali. Ma questo non è avvenuto. Intanto però l’autorità di bacino avevano più volte consigliato alla Regione di disporre un’ordinanza che regolamentasse i prelievi, ed è quella che
Priorità va data alle irrigazioni nei territori in cui ci sono gli impianti più efficienti. Inoltre stop ai lavori che non sono necessari
Braccio di ferro Trento e Bolzano non hanno aperto gli invasi per i costi legati ai gestori idrici
proprio ieri è stato firmata dal presidente dell Regione. D’ora in poi nessuno spreco sarà ammesso. Ma, nonostante l’ordinanza in vigore già da ieri contro gli sprechi e nonostante le perturbazioni degli ultimi giorni, il livello dei fiumi resta pericolosamente basso. Il rischio, oltre alla mancata irrigazione delle coltivazioni nel periodo più delicato dell’anno, è che si possa arrivare a dover razionare anche l’acqua potabile.