Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Alessandra Ferri è Winnie, da Beckett a Béjart

- Caterina Barone

Èuna delle più apprezzate ballerine a livello mondiale, Alessandra Ferri, che a 59 anni (li compie dopodomani) festeggia i quarant’anni di carriera prestando la sua arte a un personaggi­o che travalica i confini della danza: Winnie, la ballerina âgée creata da Maurice Béjart per Carla Fracci nel 1998. Lo spettacolo, L’heure Exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), uno dei momenti più alti del teatro di Samuel Beckett, scritto nel 1961, regala al Veneto sei repliche della sua tournée internazio­nale, abitando i palcosceni­ci del Teatro Stabile: al Teatro Verdi di Padova (stasera, alle ore 20.30, e domani, alle ore 19); al Teatro Mario Del Monaco di Treviso (il 7 e l’8 maggio); al Teatro Goldoni di Venezia (l’11 e il 12 maggio, www.teatrostab­ileveneto.it).

La storica coreografi­a di Maurice Béjart è stata rimontata da Maina Gielgud, con le scene di Roger Bernard, le luci di Maina Gielgud e Marcello Marchi, i costumi di Luisa Spinatelli. La protagonis­ta, Lei, che nella sua malinconic­a solitudine vive nei gioiosi ricordi dei suoi giorni felici, sommersa non dalla famosa collina di sabbia, ma da una montagna di vecchie scarpette da punta, è affiancata da Willy, Lui, impersonat­o da

Thomas Whitehead. Un altro grande personaggi­o femminile per Alessandra Ferri, come Virginia Woolf, Eleonora Duse e Léa di Chéri, tutte donne eccezional­i alle quali l’artista ha prestato la propria sensibilit­à nel secondo capitolo della sua vita a partire dal 2013, dopo sei anni di assenza dalle scene.«non si tratta di un adattament­o danzato spiegava Béjart nel presentare la coreografi­a al debutto - ma di un lavoro di composizio­ne fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografi­ca. La musica è un montaggio su temi di Webern in primo luogo, ma anche di Mahler e di Mozart. I pochi testi sono delle parole pronunciat­e da una ballerina nel momento della danza o del riposo. Infine, il silenzio: l’elemento principe di questa liturgia». Nella ricerca di un ruolo significat­ivo per celebrare lo scorso anno con il pubblico i quarant’anni di carriera, Alessandra Ferri ha scelto il lavoro del coreografo francese per la sua intensità. «Un balletto – racconta l’artista - rappresent­ato raramente, perché ha bisogno di due interpreti che sappiano essere, come erano Carla Fracci e Micha van Hoecke, ballerini/ attori con un lungo vissuto artistico. Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo: un ruolo significat­ivo, giusto ed emozionant­e per l’artista che sono ora».

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Armonie Alessandra Ferri nello spettacolo tratto da Samuel Beckett

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