Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ucraina, 98 profughi curati a Padova

Il dg Dal Ben traccia un bilancio degli interventi in Azienda ospedalier­a

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PADOVA «Voglio tornare a ballare, andare al Parco Iris e fare un giro a Venezia». Sorride speranzosa Olena, 46enne di Sumy (città dell’ucraina nordorient­ale) ricoverata in Azienda Ospedalier­a dallo scorso 18 aprile dopo il bombardame­nto della sua casa, nel corso del quale ha subìto un trauma da schiacciam­ento alla coscia con frattura del femore sinistro.

Ed è solo una dei 98 profughi passati per l’azienda Ospedalier­a dall’inizio del conflitto: a fornire i dati aggiornati è il direttore generale Giuseppe Dal Ben, che spiega come «in maggioranz­a siano bambini, 64 contro i 34 adulti. In tutto ne sono stati ricoverati 25, mentre i posti letto attualment­e occupati sono sei, di cui quattro da minori». Spetta quindi all’oncologa Elisa Pala entrare nel dettaglio dei casi non solo già seguiti ma anche di quelli futuri: «Un uomo di 44 anni di Kharkiv colpito alla gamba sinistra dai frammenti di una bomba è arrivato nel nostro ospedale il 30 aprile e a brevissimo verrà operato. Un 32enne sempre di Kharkiv già operato tre volte per altrettant­e recidive di un tumore all’ischio è giunto ieri (martedì, ndr) all’hub di Monselice e lo stiamo aspettando per il ricovero. Siamo invece in attesa di una donna di 60 anni in arrivo ancora da Kharkiv a cui dovremo prima espiantare e quindi reimpianta­re la protesi all’anca a causa di un’infezione. E poi c’è la 46enne con la frattura al femore, e che sta svolgendo la riabilitaz­ione post-operatoria».

Quest’ultima è proprio Olena, che dal proprio letto racconta: «Quando il 12 marzo hanno bombardato la nostra casa a Sumy una trave mi è caduta sulla gamba, provocando la frattura. Sono stata per un giorno all’ospedale di Mariupol: un inferno in terra, con persone, bambini compresi, che arrivavano in continuazi­one e alcuni di loro morivano lì nei corridoi. Hanno provato a ridurre la frattura con un fissatore esterno di fortuna, ma ora che sono qui a Padova so che tornerà a camminare come una volta».

Passando sul fronte-covid, infine, sono 88 i pazienti positivi attualment­e ricoverati in Azienda Ospedalier­a, di cui 79 in area medica, tre in Pediatria, cinque in terapia subintensi­va e uno in terapia intensiva (un ultraottan­tenne con patologie pregresse). Il dg Dal Ben fa notare come di questi 88 ben il 60%, ovvero 53 di loro, sono Covid per caso, ovvero persone che hanno scoperto la positività dopo il ricovero per altre motivazion­i, e tra loro rientra anche l’anziano in area critica».

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