Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Investita sulle strisce, morta dopo 60 giorni
Pontevigodarzere: Regina Maniero, di 84 anni, era ricoverata dal 3 marzo. L’investitore è un padovano
PADOVA Ha lottato per 60 giorni, ma si è dovuta arrendere: si è spenta in Azienda Ospedaliera l’84enne Regina Maniero, investita esattamente due mesi fa in via Pontevigodarzere (nell’omonimo quartiere cittadino) da un pirata della strada mentre attraversava la strada con l’amica 80enne Teresa all’uscita dalla messa serale. Era il 3 marzo: intorno alle 19 le due anziane si trovavano sulle strisce pedonali tra la tabaccheria e il ristorante di sushi quando sono state prese in pieno da un Suv scuro guidato da un 47enne residente in provincia — la cui posizione si è ora aggravata, visto che il capo di imputazione passa da lesioni stradali gravi a omicidio stradale — che invece di fermarsi a prestare soccorso ha proseguito la sua corsa salvo costituirsi tre giorni dopo alla polizia locale. Il primo ad accorrere in aiuto delle due donne è stato Edoardo, un 14enne che ha assistito all’intera scena e che con gran prontezza di riflessi ha subito chiamato il 118.
Al loro arrivo i sanitari hanno subito capito che a riportare le ferite più gravi era stata la signora Regina, ricoverata d’urgenza all’ospedale cittadino in quanto oltre a riportare la frattura di alcune costole e delle vertebre ha dovuto fare i conti con un problema ai polmoni (si era formata una bolla d’acqua al loro interno) e con una bradicardia causata con ogni probabilità dalla compressione del cuore.
Un autentico calvario durato due mesi, come racconta la figlia Laura Gamba: «Abbiamo pianto e pregato per sessanta giorni, ma ora siamo sereni perché sappiamo che ha smesso di soffrire. È stata in terapia intensiva fino a dieci giorni fa, e poi l’hanno trasferita in lungodegenza: si era accesa una flebile speranza, ma ieri è sopraggiunto il decesso.
In questo periodo è sempre rimasta abbastanza cosciente, tanto che domenica mattina ha riconosciuto e salutato mio fratello Andrea, che è un padre missionario, e qualche giorno prima aveva fatto gli auguri di buon compleanno a mia sorella Carla con una videochiamata.
Ho dato la notizia anche al ragazzino di 14 anni che l’aveva subito soccorsa, era tristissimo». Laura traccia quindi un commovente ricordo di sua madre Regina: «Già prima meritava di andare in Paradiso per direttissima, dopo quello che le è successo ancor di più. Se c’era una persona che non meritava tanta sofferenza era proprio lei: andava a tutte le messe, amava i suoi nipotini e aiutava sempre il prossimo, era discreta e riservata, tanto che se sapesse che è finita sui giornali forse si vergognerebbe, e se fosse sopravvissuta sono sicura che avrebbe perdonato il suo investitore. Ci lascia una grande eredità». La speranza di Laura è che ora il pm non chieda di procedere con l’autopsia sul corpo di Regina Maniero: «Sarebbe un ulteriore strazio».