Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Caso concessioni Il sindaco a Roma: «Pescatori bloccati dalla burocrazia»
PORTO TOLLE Occhi puntanti sul Delta del Po, luogo d’eccellenza degli allevamenti di cozze e vongole. E il tema dei nuovi permessi di pesca, non ancora assegnati ai professionisti che ne hanno fatto richiesta, torna alla ribalta e sarà portato all’attenzione del Governo la prossima settimana dal sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli. Una cinquantina i nuovi pescatori che attendono di iniziare a lavorare ma non possono farlo per questioni tecnico-burocratiche. Le nuove licenze di pesca sono bloccate dalla Provincia di Rovigo poiché il tema è collegato ai diritti esclusivi di pesca rilasciati per 15 anni al Consorzio dei pescatori di Scardovari a fine 2019 con una proroga. Da tre anni ad oggi, la Provincia di Rovigo non ha attuato il regolamento che avrebbe permesso di concedere le nuove licenze poiché non valido ai fini di legge,
essendo stata fatta una proroga e non una nuova convenzione per la concessione dei diritti in questione, tema collegato anche ai nuovi permessi per pescare. Dettagli che hanno impedito alla Segreteria Generale della Provincia di proseguire con il regolare rilascio, così hanno sempre replicato i vertici provinciali. Dopo una querelle a suon di ricorsi al Tar da parte del Consorzio ittico contro Palazzo Celio, all’orizzonte forse una soluzione. Settimana prossima, dopo l’incontro in Prefettura a Rovigo tenutosi nei giorni scorsi, il sindaco e consigliere provinciale Pizzoli sarà a Roma dal Ministero che tratta la Pesca e l’acquacoltura. Intanto sempre nel Delta del Po, il consigliere regionale Arturo Lorenzoni ha incontrato, nei giorni scorsi, alcuni pescatori del Polesine per fare il punto sul comparto. Il focus legato all’annoso problema della vivificazione delle lagune e i ritardi negli interventi, per i quali Lorenzoni presenterà presto un’interrogazione in Giunta a Venezia.