Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Partita nel mito e poi il mio gol... Si può ripetere»

- Matteo Fontana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fecero piangere il Diavolo e per la seconda volta Verona fu fatale al Milan. «Chi l’avrebbe detto? Noi... E accadde», sorride Victor Hugo Sotomayor. Il 22 aprile 1990 il suo gol aprì la rimonta dell’hellas. La firma, siglata con un poderoso colpo di testa, che diede il via al 2-1 per i gialloblù al Bentegodi e tolse lo scudetto ai rossoneri. E la festa fu per il Napoli. «Sono felice che ci si ricordi di me — dice Sotomayor — perché significa che sono rimasto nella storia del Verona. E chissà che domenica non ci sia, di nuovo, qualcosa di grande».

Lei, giovane difensore, arrivò dall’argentina, dal Racing di Cordoba, nell’estate 1989. Con Osvaldo Bagnoli in panchina, sfioraste una miracolosa salvezza, ricorda?

«Proprio la vittoria col Milan ci permise di giocarci uno “spareggio” all’ultima giornata, in trasferta col Cesena. Andammo giù, perdendo 1-0 lo scontro diretto decisivo».

Ma quel successo con un Milan stellare resta memorabile...

«Erano i campioni d’europa e del mondo, con il gioco di Sacchi e i fuoriclass­e: Baresi, Maldini, Rijkaard, Van Basten e Gullit... Hanno fatto epoca, ma li abbiamo battuti».

Dopo il gol di Simone lei ha pareggiato mentre il Napoli, a pari punti in testa, stava vincendo col Bologna, con il Milan sorpassato. Ce la racconta per come l’ha vissuta?

«C’era un solo risultato per credere nella salvezza, eravamo determinat­i a coglierlo. Ci fu un corner, il pallone messo benissimo da Fanna. Staccai, fu una rete che ci esaltò. E dopo, nel finale, Davide Pellegrini fece il gol della vittoria. Loro erano furibondi, lo stadio impazzì».

Il Verona ci riproverà domenica a mettere lo zampino nel duello tra Milan e Inter: ce la può fare?

«Il calcio di Tudor mi piace e la squadra segna molto, diverte. Il Milan è primo ma tutto è in discussion­e per il titolo: penso che debba stare molto attento all’hellas».

Da argentino ad argentino: Giovanni Simeone è l’idolo dei tifosi. Come giudica la stagione del Cholito?

«Ha fatto molti gol, è un attaccante forte. Ha dimostrato a Verona quanto vale, sono contento».

Diceva di Tudor: che cosa apprezza di più del lavoro fatto fino a qui?

«Ha fatto crescere tutti, dando organizzaz­ione e motivazion­i al gruppo intero. Significa che è un allenatore davvero bravo, che sa tirare fuori molto dai giocatori».

Del «suo» Verona, invece, sente ancora qualcuno?

«Tempo fa sono tornato e sono stato fuori a mangiare con Fanna. Con gli altri mi sono perso di vista ma conservo di tutti bei ricordi».

Sotomayor, ma come finisce questo Verona-milan?

«No, niente pronostici, però c’è una cosa curiosa: col Milan non ho mai perso. Col Verona pari a San Siro e poi la vittoria in casa. Dopo ci ho giocato contro al Vélez Sarsfield, finale di Interconti­nentale 1994, a Tokyo. Rigore di Roberto Trotta, gol di Omar “el Turco” Asad: 2-0 per noi. E, anche allora, non eravamo i favoriti…».

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(New Art Photo) Il 1990 Il gol di Sotomayor

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