Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Erano stremati, Buticchi ci regalò il suo champagne»

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«Finita la partita, ero nello spogliatoi­o sul lettino dei massaggi. Entrò Albino Buticchi, il presidente del Milan, con due bottiglie di champagne: “Le avevo portate per festeggiar­e lo scudetto. Avete vinto voi. Bravi, festeggiat­e voi”. Un signore». Parole di Gigi Mascalaito, veronese di San Michele, libero e bandiera del Verona anni ‘70. Era il 20 maggio 1973, Verona-milan 5-3. Successe di tutto: al Bentegodi il Milan, che veniva per cucirsi sul petto scudetto e stella, crollò sotto i colpi di un Verona già salvo. Lo scudetto lo vinse la Juve e in un pomeriggio il Milan perse tutto. Domenica sera, per un gioco del destino, il Diavolo torna in riva all’adige.

Mascalaito, Rivera disse: «Loro hanno giocato, noi non siamo esistiti». Andò così?

«Tre giorni prima il Milan aveva vinto la finale di Coppa della Coppe a Salonicco contro il Leeds, una partita durissima. Arrivarono a Verona sfiniti e noi ne approfitta­mmo. “Ragazzi, facciamo bella figura” ci disse il presidente Garonzi. Nel Milan c’erano tanti ragazzi che conoscevo dai tempi dell’inter. Provai dispiacere a vedere nei loro volti la delusione».

Mascetti capitano a centrocamp­o…

Lei libero,

«Un grande amico Ciccio, dividevamo la stanza. Come me aveva iniziato da centravant­i; lui arretrò a centrocamp­o, io in difesa. Gran giocatore, uno dei più completi».

Sulla panchina del Mantova nel 1967 Giancarlo Cadè fece perdere lo scudetto all’inter. La storia si ripetè contro il Milan sei anni dopo a Verona. Che allenatore era?

«Una gran brava persona e un allenatore molto preparato e meticoloso. Per me è stato un fratello maggiore e un grande maestro».

Quasi mezzo secolo dopo ci risiamo: il Milan viene a Verona a giocarsi lo scudetto contro una squadra senza pensieri. Analogie?

«Dal punto di vista tecnico no, è tutto un altro calcio, ma dal punto di vista psicologic­o sì. Il Verona corre sulle nuvole, libero da ansie e preoccupaz­ioni. Anche per noi era così. Eravamo nella stessa situazione, l’ideale per dare tutto il meglio. Il Verona gioca bene, non ha pesi di responsabi­lità ed è pericolosi­ssimo. Per questo il Milan deve stare molto attento».

Che cosa le piace di più di questo Verona che vola?

«Guardiola ha detto che giocare contro l’atalanta è come andare dal dentista; beh, diciamo che il Verona ti fa venire il mal di denti. Combina aggressivi­tà e tecnica, e non è mai facile giocare così».

Si aspettava che Tudor potesse fare

così bene?

«Le prestazion­i con Di Francesco erano state buone e il Verona ha perso tre partite che non meritava di perdere. Tudor ha avuto l’intelligen­za di non snaturare la squadra, sono entusiasta di ciò che ha fatto».

E domenica sera come la mettiamo? «Il Verona ce l’ho nel cuore, credo che possa fare una grandissim­a prestazion­e e sono sicuro che la farà. Ma pronostici non ne faccio, la sfera di cristallo mi manca...».

Lorenzo Fabiano

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L’esultanza veronese dopo il 5-3
Il 1973 L’esultanza veronese dopo il 5-3

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