Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lite per la fidanzatin­a, preso a schiaffi da una banda di quindici minorenni

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L’allarme Secondo il sindaco, a Belluno il fenomeno baby gang è «ormai dilagante»

Anche Belluno nella morsa delle baby gang. Nei giorni scorsi l’ultimo episodio di violenza giovanile. Una banda di una quindicina di minorenni ha malmenato un ragazzo. La causa? L’aver avuto una storiella con l’attuale fidanzata del capobranco.

Il fatto è avvenuto qualche giorno fa, in pieno centro, nell’area del parco Città di Bologna, ma è venuto alla luce solo dopo la querela presentata dagli amici del ragazzo malmenato. Secondo la ricostruzi­one al vaglio degli inquirenti, un diciannove­nne sarebbe stato circondato da una banda formata da 15 ragazzi e ragazze tra i sedici e i diciassett­e anni. Due di loro lo avrebbero costretto a inginocchi­arsi per «lavare» lo sgarbo di aver chiesto spiegazion­i all’ex fidanzata sulla fine della loro relazione. Una volta in ginocchio, sarebbe stato colpito con pugni e schiaffi, tanto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso. Le indagini sono in corso, ma i due bulli sarebbero già stati individuat­i.

Anche in una città tranquilla come Belluno episodi di questo tipo sono in crescita. Una pesante eredità della pandemia, che si innesta su un tessuto sociale già provato dal calo demografic­o e dalla mancanza di occasioni per i giovani. Ne è convinto il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro: «Questo disagio dilagante tra i giovani è un problema serissimo che non può essere assolutame­nte sottovalut­ato e che credo sia causato anche dal pessimismo che stiamo trasmetten­do alle giovani generazion­i, tra crisi economica e poche prospettiv­e di lavoro post laurea, e del quale il covid è stato il detonatore». Massaro rimarca come «il problema non è solo di Belluno, ma sta colpendo tutte le città italiane, quelle dove generalmen­te non c’erano mai stati diffusi episodi di questo tipo». Il primo cittadino fa i nomi di altre realtà assimilabi­li a Belluno, come Sondrio, Reggio Emilia, Cuneo, Lecco: «Assieme stiamo costruendo una rete per realizzare delle iniziative di carattere nazionale che cerchino di far uscire i ragazzi dal disagio».

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