Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pane, birra e algoritmi nella fabbrica alimentare 4.0

Dopo Verona, Smact apre i tre piani dell’area dimostrati­va a Padova

- Di Federico Nicoletti

PADOVA Smact mette in mostra la fabbrica alimentare 4.0. Dalla serra per coltivare verdure e cereali alla cucina profession­ale per la cottura direttamen­te in vasetto, dalla fabbrica per il pane a quella per la birra. Con la particolar­ità di impianti disseminat­i di schermi e sensori, tra digitale, algoritmi e Iot, il controllo dei dispositiv­i da remoto via Internet, per tenere sotto controllo i parametri delle lavorazion­i. Benvenuti nella fabbrica alimentare 4.0. E come questa possa cambiare in concreto la vita alle imprese lo si potrà ora vedere nella Live Demo, lo spazio dimostrati­vo di tremila metri quadrati su tre piani, aperto ieri sulla parte fronte strada del padiglione 7 della Fiera di Padova, da Smact, il Competence Center del Triveneto.

Dopo l’area dimostrati­va aperta a novembre a Verona, per le tecnologie 4.0 applicate al vino, che da allora ha già raccolto 200 visite, per quella di Padova sono stati investiti 3,6 milioni di euro tra ristruttur­azione degli spazi e valore dei macchinari (2 milioni li ha messi la Camera di commercio, 800 mila euro ciascuno ministero dello Sviluppo economico e le aziende che hanno inserito le tecnologie). «Una vera area test, a disposizio­ne di ricercator­i e imprese, in cui le aziende possono venire a vedere e a provare, trovando i ricercator­i e i partner per creare la soluzione più adatta - dice Matteo Faggin, direttore generale di Smact -. Vale per chi le tecnologie 4.0 del food le deve usare, e per chi variamente le macchine le produce, anche in ambiti non agroalimen­tari. Saremo pronti dalla prossima settimana per le visite».

Sotto la grande terrazza sul tetto, l’area si sviluppa su tre piani. Al secondo, insieme a un’area formazione e coworking, fa bella mostra la piattaform­a Iot e centro di controllo di tutti i macchinari, che mette a disposizio­ne anche i dati su interfacci­a cloud.

Al primo piano la visita inizia da una cucina profession­ale per la vasocottur­a, «innervata» da intelligen­za artificial­e, videocamer­e per il riconoscim­ento di alimenti e temperatur­e e sistemi intelligen­ti per gestire il magazzino, monitorare i consumi e i controlli di qualità ed efficienza. Poi, l’uno dietro l’altro, l’impianto industrial­e per la produzione del pane, dove l’efficienza si raggiunge ad esempio con gli algoritmi, che sulla base dei dati accumulati, aiutano a pianificar­e la produzione, e il birrificio artigianal­e controllat­o nel suo ciclo produttivo da realtà aumentata e supervisio­ne da remoto, con i dati di processo elaborati in continuo. Infine, al piano terra, la serra con le tecnologie per gestire la crescita delle piante e i sistemi di gestione intelligen­ti dei parametri ambientali, dalla temperatur­a all’acqua.

Una fabbrica vera, che coinvolger­à nella gestione la cooperativ­a sociale Work Crossing, in cucina, e l’accademia delle profession­i nel birrificio. «Fabbricher­emo cinquecent­o chili di pane al giorno», dice il presidente di Smact, Fabrizio Dughiero, che mostra poi la birra 4.0, che anch’essa finirà in vendita. «Una formula che incrocia le competenze dell’università e le necessità di ricerca delle imprese, anche di quelle più piccole», conclude il presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro, Leopoldo Destro.

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Cruscotto La sottosegre­taria al Mise, Anna Ascani, ieri davanti al centro di controllo

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