Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pane, birra e algoritmi nella fabbrica alimentare 4.0
Dopo Verona, Smact apre i tre piani dell’area dimostrativa a Padova
PADOVA Smact mette in mostra la fabbrica alimentare 4.0. Dalla serra per coltivare verdure e cereali alla cucina professionale per la cottura direttamente in vasetto, dalla fabbrica per il pane a quella per la birra. Con la particolarità di impianti disseminati di schermi e sensori, tra digitale, algoritmi e Iot, il controllo dei dispositivi da remoto via Internet, per tenere sotto controllo i parametri delle lavorazioni. Benvenuti nella fabbrica alimentare 4.0. E come questa possa cambiare in concreto la vita alle imprese lo si potrà ora vedere nella Live Demo, lo spazio dimostrativo di tremila metri quadrati su tre piani, aperto ieri sulla parte fronte strada del padiglione 7 della Fiera di Padova, da Smact, il Competence Center del Triveneto.
Dopo l’area dimostrativa aperta a novembre a Verona, per le tecnologie 4.0 applicate al vino, che da allora ha già raccolto 200 visite, per quella di Padova sono stati investiti 3,6 milioni di euro tra ristrutturazione degli spazi e valore dei macchinari (2 milioni li ha messi la Camera di commercio, 800 mila euro ciascuno ministero dello Sviluppo economico e le aziende che hanno inserito le tecnologie). «Una vera area test, a disposizione di ricercatori e imprese, in cui le aziende possono venire a vedere e a provare, trovando i ricercatori e i partner per creare la soluzione più adatta - dice Matteo Faggin, direttore generale di Smact -. Vale per chi le tecnologie 4.0 del food le deve usare, e per chi variamente le macchine le produce, anche in ambiti non agroalimentari. Saremo pronti dalla prossima settimana per le visite».
Sotto la grande terrazza sul tetto, l’area si sviluppa su tre piani. Al secondo, insieme a un’area formazione e coworking, fa bella mostra la piattaforma Iot e centro di controllo di tutti i macchinari, che mette a disposizione anche i dati su interfaccia cloud.
Al primo piano la visita inizia da una cucina professionale per la vasocottura, «innervata» da intelligenza artificiale, videocamere per il riconoscimento di alimenti e temperature e sistemi intelligenti per gestire il magazzino, monitorare i consumi e i controlli di qualità ed efficienza. Poi, l’uno dietro l’altro, l’impianto industriale per la produzione del pane, dove l’efficienza si raggiunge ad esempio con gli algoritmi, che sulla base dei dati accumulati, aiutano a pianificare la produzione, e il birrificio artigianale controllato nel suo ciclo produttivo da realtà aumentata e supervisione da remoto, con i dati di processo elaborati in continuo. Infine, al piano terra, la serra con le tecnologie per gestire la crescita delle piante e i sistemi di gestione intelligenti dei parametri ambientali, dalla temperatura all’acqua.
Una fabbrica vera, che coinvolgerà nella gestione la cooperativa sociale Work Crossing, in cucina, e l’accademia delle professioni nel birrificio. «Fabbricheremo cinquecento chili di pane al giorno», dice il presidente di Smact, Fabrizio Dughiero, che mostra poi la birra 4.0, che anch’essa finirà in vendita. «Una formula che incrocia le competenze dell’università e le necessità di ricerca delle imprese, anche di quelle più piccole», conclude il presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro.