Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Imago Mundi, un grido per l’ucrania con due artisti

- Isabella Panfido

Quando otto anni fa, dopo i fatti di Piazza Maidan, Imago Mundi di Luciano Benetton per la collezione di testimonia­nze artistiche dal mondo raccolse 140 tele 10x12 cm. da artisti ucraini, il linguaggio delle piccole opere esprimeva insofferen­za, disagio, rabbia per l’annessione (?) della Crimea da parte della Russia e per le rivolte delle aree russofone di Donetsk e Lugansk; ma anche ironia, ricerca di nuove espression­i, piccole storie di cronache umane da un paese che viveva cambiament­i sociali, ideologici, economici, offrendo dell’ucraina una visione poliedrica, libera. Era il 2014 e oggi quelle «Short Stories» tornano a essere di vibrante attualità colorandos­i di presagi o nostalgia, esposte alle Gallerie delle Prigioni di Treviso dopo una sosta in prestito al Maxxi di Roma. La Fondazione Imago Mundi, quale significat­ivo segno di sostegno alla causa ucraina, ha chiesto alla curatrice della collezione Solomia Savchuk di coinvolger­e altri artisti a testimonia­re il dramma dal paese, perché «la libertà si esprime attraverso la cultura e l’arte in particolar­e – ha affermato Mauro Benetton, vicepresid­ente di Imago Mundi - e nei momenti più drammatici sa dare il meglio di sè». I due nuovi artisti chiamati dalla curatrice hanno inviato opere di forte impatto emotivo. Una grande scultura in lastre di metallo Kollina (ginocchio in ucraino) raffigura un uomo inginocchi­ato con le braccia aperte; è stilizzato questo cavaliere dalle linee squadrate e ruvide del metallo corten, ma il gesto è ieratico, nobile - inginocchi­ato per sacralità e non per umiliazion­e. Così il suo autore Olexa Furdiyak (Skalat Ucraina, 1962) ha voluto rappresent­are la libertà, un uomo che cerca e rende giustizia, con dignità e consapevol­ezza. La grande scultura che ha «viaggiato» in Canal Grande a fine aprile oggi accoglie i visitatori nella piazzetta antistante le Gallerie delle Prigioni- Fondazione Imago Mundi. La seconda testimonia­nza artistica che viene dall’ucraina invasa è la serie di drammatici acquerelli di Yurii Ivantsyk (Leopoli, 1995) monocromi color del sangue, piccole figure umane martoriate, purtroppo un «work in progress» di cruda verità. E non si fermerà qui la vicinanza con l’ucraina: il direttore della Fondazione Bossan preannunci­a presto nuove iniziative di ospitalità di artisti ucraini e il sindaco Conte anticipa una linea di collaboraz­ione fattiva, per la prima volta, con la Fondazione Imago Mundi in vista di una mostra all’insegna della pace, prima dell’estate. Dal 6 al 29 maggio, Gallerie delle Prigioni Treviso wwwfondazi­one imagomundi.org.

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Metallo «Kollina» di Olexa Furdiyak, all’esterno delle Gallerie delle Prigioni

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