Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Imago Mundi, un grido per l’ucrania con due artisti
Quando otto anni fa, dopo i fatti di Piazza Maidan, Imago Mundi di Luciano Benetton per la collezione di testimonianze artistiche dal mondo raccolse 140 tele 10x12 cm. da artisti ucraini, il linguaggio delle piccole opere esprimeva insofferenza, disagio, rabbia per l’annessione (?) della Crimea da parte della Russia e per le rivolte delle aree russofone di Donetsk e Lugansk; ma anche ironia, ricerca di nuove espressioni, piccole storie di cronache umane da un paese che viveva cambiamenti sociali, ideologici, economici, offrendo dell’ucraina una visione poliedrica, libera. Era il 2014 e oggi quelle «Short Stories» tornano a essere di vibrante attualità colorandosi di presagi o nostalgia, esposte alle Gallerie delle Prigioni di Treviso dopo una sosta in prestito al Maxxi di Roma. La Fondazione Imago Mundi, quale significativo segno di sostegno alla causa ucraina, ha chiesto alla curatrice della collezione Solomia Savchuk di coinvolgere altri artisti a testimoniare il dramma dal paese, perché «la libertà si esprime attraverso la cultura e l’arte in particolare – ha affermato Mauro Benetton, vicepresidente di Imago Mundi - e nei momenti più drammatici sa dare il meglio di sè». I due nuovi artisti chiamati dalla curatrice hanno inviato opere di forte impatto emotivo. Una grande scultura in lastre di metallo Kollina (ginocchio in ucraino) raffigura un uomo inginocchiato con le braccia aperte; è stilizzato questo cavaliere dalle linee squadrate e ruvide del metallo corten, ma il gesto è ieratico, nobile - inginocchiato per sacralità e non per umiliazione. Così il suo autore Olexa Furdiyak (Skalat Ucraina, 1962) ha voluto rappresentare la libertà, un uomo che cerca e rende giustizia, con dignità e consapevolezza. La grande scultura che ha «viaggiato» in Canal Grande a fine aprile oggi accoglie i visitatori nella piazzetta antistante le Gallerie delle Prigioni- Fondazione Imago Mundi. La seconda testimonianza artistica che viene dall’ucraina invasa è la serie di drammatici acquerelli di Yurii Ivantsyk (Leopoli, 1995) monocromi color del sangue, piccole figure umane martoriate, purtroppo un «work in progress» di cruda verità. E non si fermerà qui la vicinanza con l’ucraina: il direttore della Fondazione Bossan preannuncia presto nuove iniziative di ospitalità di artisti ucraini e il sindaco Conte anticipa una linea di collaborazione fattiva, per la prima volta, con la Fondazione Imago Mundi in vista di una mostra all’insegna della pace, prima dell’estate. Dal 6 al 29 maggio, Gallerie delle Prigioni Treviso wwwfondazione imagomundi.org.