Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il giorno di Mattarella al Morosini

La visita del presidente per il collegio che da 60 anni forma i marinai italiani

- Bertasi

VENEZIA Si chiama Morosini come il doge della Serenissim­a nominato quattro volte Capitano generale da mar. E forma i marinai del futuro, giovani che rinunciano a smartphone e serate con gli amici per studiare da allievi della Marina. Oggi tutti i 168 iscritti saranno a San Marco per festeggiar­e i sessanta anni della loro scuola: per l’occasione, arriverann­o a Venezia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

VENEZIA Sveglia alle 6.25 in Marco, alla presenza del presidente punto, rigorosame­nte scandita della Repubblica Sergio dalla tromba. Come ogni Mattarella. Con lui, sul momento della giornata: la palco delle autorità, il ministro tromba avvisa della colazione della Difesa Lorenzo Guerini, alle 7, dell’inizio delle ore dedicate il presidente della Regione allo sport, allo studio, Luca Zaia, il sindaco di Venezia alle assemblee fino all’ora del Luigi Brugnaro. silenzio, alle 22.45 con tanto Nei giorni scorsi, i veneziani di controllo delle stanze. Che e i turisti più mattinieri in mattinata devono essere lasciate hanno potuto assistere alle intonse: niente letti prove della cerimonia e avere sfatti, o abiti lasciati in giro. un assaggio della vita di questi Per capire i ritmi di vita nella giovanissi­mi futuri militari: scuola navale Morosini, istituto niente è stato lasciato al caso d’eccellenza della Marina in piazza, come nulla lo è italiana, bisogna scordarsi nei tre anni di liceo, classico o qualsiasi cliché sugli adolescent­i: scientific­o, per i ragazzi e le disordinat­i, un po’ ribelli ragazze che frequentan­o il e disubbidie­nti. Niente Morosini dopo una complicata di più lontano dai 168 «allievi procedura di selezione. Il frequentat­ori» dell’ex collegio rigore parte dalla divisa, indossata di Sant’elena a Venezia subito dopo la sveglia: che oggi celebra i suoi sessanta camicia bianca inamidata, anni(in realtà è nato nel giacca, pantaloni e gonna 1937, per poi essere chiuso nel perfetti, senza una piega fuori 1943 e riaperto quindi nel posto. Divisa che indossano 1961) e lo fa nella piazza più anche quando escono dalle importante della città, San mura di Sant’elena. I «Birilli» li avevano battezzati i veneziani qualche decennio fa, per quell’aspetto fuori dal tempo, tra il datato e l’impettito che un po’ strideva, ai loro occhi, se paragonato alla loro età. Un epiteto che, pare, non fosse molto gradito alla scuola e che raramente si sente ancora pronunciar­e al loro passaggio.

Venezia è cambiata, come anche la scuola navale: nel 2009, ha aperto le porte alle prime ragazze che da 9 oggi sono 73. «Le allieve costituisc­ono il 43 per cento del totale, sin dal loro arrivo hanno dimostrato una straordina­ria determinaz­ione e diverse di loro sono risultate prima del corso e hanno avuto l’incarico di “graduato” vale a dire di istruttore dei più giovani», spiega il capitano di vascello Marcello Ortiz Neri, comandante e dirigente scolastico del Morosini. Lontani da casa, con regole ferree da rispettare (e provvedime­nti disciplina­ri se non si rispettano), tanto studio e sport, dalla vela al canottaggi­o, alla voga passando per il calcio, il basket, l’atletica e il nuoto. Ma rassicura il comandante: «I nostri allievi sono ragazzi che sono parte integrante della società». Qualche rinuncia però la devono fare, come al cellulare, ad esempio. «Non possono averlo sempre con sé, nemmeno possono uscire quando vogliono — continua —. La vita all’interno di una scuola militare presenta sicurament­e aspetti particolar­i, ci sono molta disciplina e regole da rispettare con scrupolo ma non mancano i momenti di allegria e divertimen­to». Ma quelle che per i «civili» possono apparire come rinunce, per chi sceglie questo percorso «sono stati gli anni più belli». Lo testimonia­no gli ex allievi: «Una delle esperienze più belle della vita». «È reale il

senso di amicizia e appartenen­za che lega gli allievi alla Marina, all’istituto e tra di loro, specie nell’ambito del corso — dice Ortiz Neri — I “morosinian­i” sono una grande famiglia». Tra gli ex allievi, per citarne solo qualcuno, ci sono Luca Cordero di Montezemol­o, Amedeo di Savoia, Andrea Castelli, nipote di Francesco Cossiga e il figlio di Susanna Agnelli.

Oggi 350 ex allievi sfileranno in parata dopo il giuramento solenne di chi sta frequentan­do i tre corsi Astraios, Centaurus e Meithras a Sant’elena, in una delle aree più remote della città d’acqua. Non distante dall’arsenale, la fabbrica dove la Serenissim­a forgiava le sue navi, per il commercio e per la guerra. «Non a caso la prima pietra dell’istituto simbolicam­ente fu tratta dall’arsenale ed è intitolato a un grande marinaio veneziano, Francesco Morosini, che fin dalla giovinezza, ancor prima di diventare capitano generale da Mar e poi Doge, dimostrò quelle doti di audacia e, diremmo oggi, leadership, che sono un nostro modello». Negli anni Duemila questo modello continua ad avere fascino: alle selezioni arrivano domande da tutta Italia e «sempre di più dal Veneto». Le prospettiv­e di lavoro del post-morosini (che dà anche patente nautica, brevetto sub, paracaduti­smo e corsi all’estero) sono sicure. Ma «non sono solo militari — conclude il suo comandante — noi formiamo “cittadini modello”».

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 ?? ?? A sinistra, un’immagine recente dei «birilli», questo il soprannome dato dai veneziani, ai cadetti del Morosini per il loro stile impeccabil­e e un po’ impettito. In alto, una foto d’epoca del collegio di Sant’elena che ospita da sessant’anni la Scuola Navale Morosini. Da qui escono gli uomini e le donne della Marina Militare italiana. La scuola è intitolata a Francesco Morosini, doge numero 108 della Serenissim­a e noto per le grandi doti di stratega militare navale
A sinistra, un’immagine recente dei «birilli», questo il soprannome dato dai veneziani, ai cadetti del Morosini per il loro stile impeccabil­e e un po’ impettito. In alto, una foto d’epoca del collegio di Sant’elena che ospita da sessant’anni la Scuola Navale Morosini. Da qui escono gli uomini e le donne della Marina Militare italiana. La scuola è intitolata a Francesco Morosini, doge numero 108 della Serenissim­a e noto per le grandi doti di stratega militare navale
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Il comandante Marcello Ortiz Neri

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