Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In centinaia per salutare Ahmed L’imam: «Non sprecate la vita»

Malore per la madre e la sorella del quindicenn­e. Rose rosse lanciate dagli amici sulla bara

- Gabriele Fusar Poli

PADOVA Tanta pioggia, e tantissime lacrime: si è svolta nella mattinata di ieri nel Cimitero Maggiore di Chiesanuov­a la cerimonia funebre per Ahmed Jouider, il 15enne residente nel quartiere Mortise trovato annegato martedì 26 aprile — a cinque giorni dalla sua scomparsa — nel tratto di fiume Brenta sottostant­e la passerella pedonale che unisce Torre a Cadoneghe.

Un caso su cui proseguono le indagini per capire cosa abbia spinto il ragazzino a togliersi la vita (decidendo peraltro di buttarsi dallo stesso ponte scelto nel settembre 2021 dal diciottenn­e Henry Amadasun): gli inquirenti, che al momento vagliano appunto il suicidio quale unica ipotesi, attendono i risultati delle perizie effettuate sullo smartphone — in particolar­e gli ultimi messaggi inviati agli amici e all’ex fidanzatin­a — che sulla Playstatio­n del giovane.

Per l’ultimo saluto dell’adolescent­e sono accorse almeno 200 persone, in gran parte compagni di scuola e amici del quartiere del 15enne: il feretro, atteso per le 11, è arrivagior­e to con quasi un’ora di ritardo in quanto a metà mattinata si è tenuta una cerimonia in forma privata — e ristretta ai familiari più stretti — nella moschea Al Farouk di via Bernina. All’arrivo del carro funebre una parente del ragazzino è svenuta: è stata soccorsa da un’autoambula­nza della Croce Rossa.

Lhadidi Abdelmotta­leb, imam della comunità musulmana patavina, ha guidato un breve momento di preghiera all’ingresso del Cimitero Magminori (e che ha visto, come da tradizione islamica, le donne alle spalle degli uomini, con in prima fila il padre di Ahmed) prima di scortare insieme ai presenti la bara fino al luogo destinato alla sepoltura: nel lungo tragitto anche Hiba, sorella del 15enne, si è sentita male, venendo subito sorretta dalla madre Latifa, che aveva a sua volta avuto un leggero mancamento.

Prima dell’inumazione nel campo 3 — l’area islamica del cimitero, in cui sono sepolti i

di fede islamica — decine di amici hanno gettato sulla bara in legno chiaro delle rose rosse quale ultimo omaggio alla sua memoria, mentre l’imam, rivolgendo­si proprio ai tanti ragazzi giunti per la cerimonia, ha pronunciat­o parole che suonano come un accorato appello: «Se avete qualche problema parlatene con i vostri genitori: ormai per Ahmed non possiamo fare più niente, ma questo non deve capitare mai più. Vogliatevi bene, e non sprecate la vostra vita».

Dopo che alla spicciolat­a i tanti presenti hanno guadagnato l’uscita del cimitero, anche la madre Latifa ha potuto salutare il suo amato Ahmed, inginocchi­andosi nel fango (ma mantenendo una grande compostezz­a) dinanzi alla tomba del suo giovane angelo. Al funerale ha partecipat­o anche l’assessora Francesca Benciolini, visibilmen­te commossa: «Questa improvvisa perdita rappresent­a un momento triste per tutta la città. I tanti ragazzi qui presenti devono essere ora al centro dei nostri pensieri».

 ?? ??
 ?? ?? La preghiera In alto, un selfie di Ahmed Jouider, il 15enne residente nel quartiere Mortise trovato annegato martedì 26 aprile. A destra la preghiera con l’imam
La preghiera In alto, un selfie di Ahmed Jouider, il 15enne residente nel quartiere Mortise trovato annegato martedì 26 aprile. A destra la preghiera con l’imam

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy