Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Orlando in campo: «Voglio un incontro con l’ad di Leonardo»
SANTA MARIA DI SALA (VENEZIA) «Chiederò un incontro con l’ad di Leonardo e gli riporterò quanto mi avete detto, cercheremo una soluzione. E poi vi riferirò». Una promessa, quella del ministro del Lavoro Andrea Orlando, ancora modesta, ma che comunque i 144 lavoratori di Superjet International non avevano ancora sentito negli ultimi due mesi di crisi, da quando le sanzioni contro la Russia hanno prima bloccato il loro lavoro e poi gli stipendi, visto che la società di Venezia è al 90 per cento in mano ai moscoviti di Sukhoi; l’altro dieci per cento è per l’appunto di Leonardo.
Ieri, nella «casa dei lavoratori», il presidio fisso allestito da Fim e Fiom ai cancelli dello stabilimento Speedline di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, Orlando ha incontrato sia i rappresentanti dei dipendenti Superjet, sia ovviamente quelli del Salese, che da dicembre combattono con la proprietà svizzera, Ronal, per contrastare il processo di delocalizzazione in programma. «C’è uno studio, c’è una proposta con i numeri, insisteremo perché sia valutata la prospettiva che salvaguarda maggiormente l’occupazione, ma anche la produzione, magari anche aumentandola perché non
possiamo lasciare che un patrimonio professionale e industriale come quello di questo territorio venga distrutto», ha assicurato Orlando facendo riferimento al rapporto sul caso Speedline presentato da Ergo, gli advisor di parte sindacale, in cui si smentisce la lettura dei consulenti di Ronal che volevano lo stabilimento in difficoltà già prima dell’avvio delle
operazioni di delocalizzazione e si propone un progetto alternativo che viri su una produzione di fascia ancora più alta.
Tornando al problema Superjet, invece, maggiori sono state le rassicurazioni sullo sblocco dei conti correnti e quindi del pagamento degli stipendi: «Non permetteremo che siano i lavoratori italiani a pagare le sanzioni contro la
Russia», ha ribadito una volta di più il ministro del Lavoro.
Nell’indiavolata due-giorni veneta, il ministro ha fatto il punto anche su altri temi caldi. A partire alla clausola sociale obbligatoria per i subentri negli appalti pubblici che rischia di diventare facoltativa e vede i sindacati sulle barricate. «I sindacati hanno ragione - ha detto Orlando - ma apriamo un confronto. Cerchiamo di capire cosa non ha funzionato perché in alcuni casi ha creato forme di distorsione. Detto questo, penso che sia un principio da salvaguardare». Concretamente, quindi, il ministro pensa a un mantenimento dell’obbligatorietà ma con delle eccezioni. «Penso che l’obbligatorietà vada mantenuta soprattutto in alcuni settori come quelli in cui i salari sono più bassi». Quanto alla sicurezza, Orlando sottolinea come i bandi pubblici contengono sempre più spesso parametri di questo tipo.