Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Mattarella a Venezia tra gli allievi del Morosini «La migliore gioventù»
Il ministro Guerini: Venezia, simbolo di ciò che i giovani devono tutelare
Visita-lampo ieri a Venezia del presidente Sergio Mattarella, in città per i sessant’anni della scuola navale Morosini. A San Marco la cerimonia con il giuramento dei 168 allievi che frequentano l’istituto della Marina. Insieme a lui, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini: «Siete in una città simbolo della marineria e di ciò che in futuro sarete chiamati a tutelare».
” Guerini
La Marina militare è sempre più impegnata nella sicurezza, lo richiedono Europa e Nato
” Brugnaro
Non si può guardare dall’altra parte, il popolo ucraino va aiutato: noi lo stiamo facendo
VENEZIA Gli occhi lucidi delle mamme e dei papà, lo sguardo giovane e fiero dei ragazzi in divisa mentre sfilavano tra le colonne del Todaro e San Marco diretti al centro della piazza sotto un cielo plumbeo e la pioggia. E quello degli ex allievi, 350 in parata, con lo stesso orgoglio di esseri lì (si è commosso, sul palco, il loro presidente Francesco Businaro), nel cuore della città a celebrare il «loro» Morosini di fronte al presidente Sergio Mattarella. Di sottofondo, il brusio di chi prendeva posto, dell’organizzazione che aggiustava gli ultimi dettagli, della banda della Marina militare pronta a scandire i momenti clou della cerimonia con l’inno nazionale. Una San Marco svuotata dei suoi soliti visitatori, con Basilica e musei chiusi, tra transenne blu (il colore, con il bianco, della Marina), turisti e veneziani in coda ai varchi d’accesso, ha accolto ieri mattina Mattarella a Venezia per i sessanta anni della scuola navale Morosini di Sant’elena con il giuramento solenne dei suoi 168 allievi. Una visita lampo: poco dopo le 12, dopo aver firmato l’albo d’onore della scuola e salutato il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente del Veneto Luca Zaia, è ripartito.
Solo per un attimo, l’emozione della giornata (un allievo è svenuto prima del giuramento) si è congelata, quando dal bacino sono partite le 21 salve di cannone dal cacciatorpediniere lanciamissili Luigi Durand de la Penne, segno che il Presidente stava sbarcando e di lì a poco la cerimonia sarebbe iniziata, con le parole di Marcello Ortiz Neri, comandante e dirigente scolastico dell’istituto («Siate audaci — ha detto nel ringraziare tutti i presenti — abbiate il coraggio di usare il motto di Francesco Morosini in certamine prima, prima nella battaglia, con la solidarietà e i valori della marittimità nel cuore, in una città che ogni anno festeggia lo sposalizio del mare con la Sensa»).
Venezia, nell’imponenza di San Marco, con il Presidente sul palco a fianco del ministro della Difesa Lorenzo Guerini (presente anche il ministro Federico D’incà) e di Zaia, è stata al centro delle orazioni ufficiali. «Con la sua storia, la sua bellezza, la sua eleganza e le sue suggestioni, ci ricorda cosa l’italia intera abbia costruito nei secoli e cosa le nuove generazioni sono chiamate a tutelare — ha detto Guerini —. Per voi giovani allievi è un privilegio affrontare il percorso formativo in questa città». «Voi siete la migliore gioventù — le parole di Brugnaro — il vostro motto è “patria e onore”: mai come oggi devono tornare ad essere parole chiave del nostro modo vivere. La storia e gli orrori commessi durante il secolo scorso stanno tornando a riempire le cronache delle nostre giornate. Non possiamo girarci dall’altra parte, Venezia non ha avuto paura di issare la bandiera dell’ucraina nelle sue sedi». La guerra alle porte dell’europa è tornata anche nelle parole di Guerini nel ricordare «i sempre importanti» impegni cui è chiamata la Marina «in un contesto internazionale deteriorato dalle tensioni e dai timori derivanti dalla brutale aggressione russa all’ucraina — ha sottolineato —. Un’invasione, che non trova giustificazioni». Da San Marco («il luogo della diplomazia della Serenissima», ha ricordato Brugnaro) un appello al «trovare soluzioni eque» proprio per il «futuro di voi giovani». Alcuni dopo il diploma entreranno in Accademia militare, «tanti all’università», ha detto Ortiz Neri. Tra gli ex, in effetti, ieri poche erano le divise. «Formiamo professionisti, “cittadini modello”». Parola del comandante.