Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Papa Luciani: «Io vescovo tra errori, pentimenti e rimorsi»

- Di Albino Luciani

Giovanni Paolo I «Il Magistero. Testi e documenti del Pontificat­o» (Libreria Editrice Vaticana - San Paolo), a cura della Fondazione Giovanni Paolo I, pp. 472, euro 29, è in libreria dal 13 maggio. Raccoglie tutti i testi di Papa Luciani per la prima volta trascritti integralme­nte. Pubblichia­mo il testo dell’udienza ai fedeli vittoriesi.

Io conoscevo tante belle qualità dei miei vecchi diocesani di Vittorio Veneto; m’era però sfuggito che – come dice Dante – voi foste «di profetico spirito dotati». Quello era l’abate Gioacchino, non i vittoriesi, quindi non sapeva… Ringrazio vivamente mons.

Ghizzo delle parole che ha detto a nome vostro. Mi dispiace tanto che non ci sia qui il Vescovo, che so non stare tanto bene: gli faccio voti per la sua salute. Io ricordo quando sono entrato, in un giorno di gennaio, a Vittorio Veneto: c’era la neve, ghiaccio… Voi non vi siete accorti, ma io non avevo avuto tempo di preparare il discorso. A veder la Cattedrale piena – tutti ‘sti monsignori, ‘sta gente – e dover improvvisa­re un discorso è stato un tormento per me! Qualche cosa di simile si ripete, non adesso, ma i giorni scorsi si è ripetuto. Son posti un po’… sono posti un po’… sono posti un po’ brutti, mi mettono in grave difficoltà qualche volta. Ero veramente sincero, quando domandavo alla gente di aiutarmi con le loro preghiere. Vedo qui in prima fila tanta gente che conosco: mons. Sessolo, ma l’ho visto l’altro giorno, prigionier­o con me in Conclave è stato anche lui. Vedo don Arrigo, il mio vecchio segretario, mons. Ottorino, don Antonio, i due don Antonio, anche il rettore del seminario, il vecchio vicerettor­e: adesso è a Serravalle, mi pare; don Vittorino, sorridente come al solito, gli altri, don Giovanni che dirige L’azione, liturgista. Passando a là, vedo il signor sindaco. Io sono suo concittadi­no perché prima di venir via – Lei non era sindaco allora – ma m’han voluto dare la cittadinan­za onoraria; devo aver fatto un discorso anche in quella occasione, devo aver detto che meriti per la cittadinan­za non ne avevo molti, però almeno questo sì: di aver molto amato Vittorio Veneto. Quella volta io ero da poco tornato da Treviglio, dove avevo predicato una settimana per la Madonna delle Lacrime ed ero rimasto colpito dal fatto che avevano chiesto: «Chi è che predica?» – «Il Vescovo di Vittorio Veneto». – «È il Vescovo di Vittorio Veneto?!?». Allora, tutti gli ex combattent­i son venuti a salutarmi: «Vittorio Veneto!». E han detto: «Così piccolo il vescovo?». Per loro, Vittorio Veneto, la città della vittoria, doveva essere così grande da meritare anche un vescovo grande. Non erano capaci di pensare, di abituarsi al pensiero che la città fosse grande e il vescovo fosse piccolo. Vedo il dott. Da Ros con la signora; Toffoli, il vecchio sindaco e presidente dell’azione Cattolica: l’ho sposato io, professore, si ricorda?; un altro presidente dell’azione Cattolica, poi gli altri, che conosco – mi pare – quasi tutti. Portate a Vittorio Veneto, oltre la mia benedizion­e, l’assicurazi­one che la città e la diocesi mi è rimasta veramente nel cuore. Anche a Venezia tante volte io dicevo: forse ho sbagliato, ho sbagliato a venir qua. Per fortuna non avevo chiesto io di andare a Venezia, anzi: avevo detto di no al Papa prima. Dopodicevo al Signore: manco male, Signore, che non ho chiesto io di venir qui. Era meglio se stavo… Questo sia detto senza punta di rimprovero a Venezia, che amo pure, ma voi sapete che il primo amore è quello che dura. Devo guardare l’orologio, perché qui dentro credevo di esser papa per comandare, ma…: hanno studiato la Bibbia ed è scritto: «In numero pondere et mensura». Allora, vi do la benedizion­e, poi scendo un momento a salutarvi. Poi alla mezza devo esser di là.

(Città del Vaticano, 3 settembre 1978. – Conversazi­one durante l’udienza

con i fedeli della diocesi di Vittorio Veneto nella Sala Clementina)

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La copertina del libro e Giovanni Paolo I
Pagine La copertina del libro e Giovanni Paolo I

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