Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un altro ragazzo muore sulle strade: campagne choc al via
L’investitore è un poliziotto: aveva bevuto
Un sorpasso azzardato e un tasso alcolemico tre volte sopra la norma. Un poliziotto di Treviso è stato arrestato per l’incidente in cui ha perso la vita, mentre viaggiava a bordo del suo scooter, Davide Pavan, 17 anni, di Paese (Treviso). È solo l’ultimo incidente stradale mortale di una lunga serie. Tanto che, ieri, in Regione, si è firmato un protocollo sulla sicurezza stradale. Tutte le concessionarie autostradali insieme finanzieranno attività capillari di educazione stradale in tutte le scuole venete. E in estate, ripartirà una campagna choc contro le morti sulla strada.
Una lunga scia di sangue segna nuovamente le strade e le autostrade del Veneto. I mesi «anomali» della pandemia in cui le statistiche degli incidenti stradali gravi o letali erano pressoché azzerate sembrano lontanissimi. Un’«emergenza permanente» l’ha definita la dottoressa Carmela Palumbo, direttrice dell’ufficio scolastico regionale. E il salto culturale per ridurre le tragedie della strada che, val la pena ricordarlo, non si «limitano», per così dire, alle morti ma si trasformano spesso in lunghi calvari segnati da mutilazioni e danni permanenti, non può che partire dai giovani.
Ieri a Palazzo Balbi, il presidente della Regione, Luca Zaia, ha firmato, insieme all’ufficio scolastico regionale e a tutte le concessionarie autostradali le cui tratte solcano il Veneto, un protocollo della durata di tre anni, primo in Italia, per «rifondare» l’educazione stradale a scuola. Dalle concessionarie arriveranno i finanziamenti per progetti ad hoc in tutte le scuole venete di ogni ordine e grado. Perché l’educazione stradale vale anche per i più piccoli che iniziano a girare in bicicletta come per gli adolescenti che salgono per la prima volta su uno scooter. I progetti più strutturati partiranno, ovviamente, con il nuovo anno scolastico ma Palumbo assicura che le prime iniziative troveranno spazio già nelle attività scolastiche estive.
Già, l’estate, con le discoteche aperte e i tavolini all’aperto gremiti, sarà il primo banco di prova per il giro di vite immaginato dalla Regione e scandito, annuncia Zaia, da una campagna comunicativa choc. Una sorta di riedizione di quella storica realizzata ai tempi di Zaia presidente della Provincia di Treviso. «Le auto accartocciate degli incidenti stradali - spiega il presidente dovranno tornare davanti ai locali. Allora la campagna di comunicazione tolse il sonno ai genitori. Ne partirà un’altra con spot e messaggi nei locali, ho già parlato con il mondo della notte per allargare la platea del protocollo. C’è bisogno di scuotere di nuovo i nostri giovani. Anche perché, oggi, c’è un elemento di rischio che, allora, non esisteva: il telefonino».
Non è una banalità. Alcuni dati li fornisce l’ingegner Bruno Chiari della Brescia-padova, forte dei dati analizzati dall’osservatorio sulla sicurezza: «Il 50% dei mortali è legato all’uso improprio del telefonino e lo vediamo dal fatto che non c’è segno di frenata». Lo stesso vale per il fenomeno più recente: auto che sbandano e vanno fuori strada senza il coinvolgimento di altri mezzi, le ormai famigerate «fuoriuscite autonome». I dati dell’osservatorio sono, ovviamente, riferiti all’a4 ma le abitudini alla guida sono identiche anche fuori dall’autostrada. L’uso improprio del telefonino riguarda almeno il 10% dei guidatori e sale all’11% per i mezzi pesanti.
Si arriva a quantificare il rischio: mandare un messaggio, farsi un selfie o leggere poche righe dallo smartphone mentre si guida può «rubare» dai 300 ai 500 metri di visibilità. Per non parlare di quel 47% di guidatori che non usa le frecce.
L’ad di Cav, Ugo Di Bennardo apre alla speranza di una «tecnologia buona», quella delle e-roads (meccanismi di interazione strada-auto per aumentare la sicurezza alla guida), per contrastare la «tecnologia pericolosa» (i telefonini che causano distrazioni fatali). A mettere insieme Aspi, Autobrennero, Brescia-padova,
Cav, Autovie, Pedemontana (entro 10 giorni si annuncerà l’apertura dell’ultimo tratto trevigiano), Autovie e Veneto Strade nasce una corazzata con potenza di fuoco notevole che permetterà di non parcellizzare i budget delle singole concessionarie in materia di sicurezza fornendo alla scuola veneta un fondo unico cui attingere per un’educazione stradale capillare e incisiva. Certo è che la suggestione di vedere riuniti tutti i protagonisti delle autostrade nordestine fa pensare a quel sogno di holding autostradale che Zaia rilancia: «Abbiamo già Cav e Pedemontana, l’obiettivo è arrivare lì ma lavorando insieme». Un obiettivo che consentirebbe di evitare vicende come quella della Terza corsia per Autovie su cui il ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini ha assicurato: «A giugno si sbloccherà la newco». E Zaia sottolinea: «Se l’ha detto il ministro vogliamo crederci ma per noi è una deadline». Fernando De Maria, Aspi, conferma la «massima collaborazione con il territorio e gli altri concessionari coinvolti».
Carmela Palumbo Quella della sicurezza stradale è un’emergenza permanente, questo protocollo servirà molto