Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La fidanzata ha trovato il corpo seguendo il telefonino

A 17 anni è stato travolto mentre tornava a casa domenica sera. Nel sangue dell’agente un tasso alcolico oltre il doppio del limite consentito Davide trovato dalla fidanzata grazie al geolocaliz­zatore La madre: «Per la Festa della mamma non riceverò più f

- Di Andrea Priante

MORGANO (TREVISO) La fidanzatin­a ha trovato il corpo di Davide Pavan, 17 anni, morto in sella al suo scooter a Morgano, geolocaliz­zandolo con il telefonino e seguendo un punto che rimaneva fermo.

Le parole della madre di Davide il giono dopo raccontano solo dolore: «Nel giorno della festa della mamma i figli portano un fiore, d’ora in avanti dovrò portarlo io sulla sua tomba». Il padre è arrabbiato con il destino: «Una volta ho letto una storia così sui giornali e mi sono chiesto come avrei reagito, oggi sono qui a chiedermi se ci sarà giustizia».

MORGANO (TREVISO) Davanti alla casa in cui abitava Davide Pavan, il 17enne travolto e ucciso domenica sera dall’auto guidata da un poliziotto ubriaco, c’è un capitello con un’immagine sacra e una targhetta d’ottone con su scritto «La Famiglia».

Nella villetta immersa nella campagna di Morgano una dozzina di chilometri da Treviso - papà Claudio e mamma Barbara non si danno pace. La loro, di famiglia, è andata in pezzi: Davide stava tornando da loro in sella al suo scooter, dopo aver trascorso la serata con la fidanzatin­a, quando la vettura guidata da un 28enne l’ha centrato in pieno. Samuel Seno, l’investitor­e, è un agente in servizio alla questura di Treviso, un giocatore di rugby, e pare che proprio domenica, dopo l’ultima partita di campionato, avesse festeggiat­o il suo addio alla squadra. Di certo c’è che era ubriaco: dopo l’incidente il tasso alcolico nel sangue era di 1,10, oltre il doppio del limite consentito.

«Ci fa stare ancora più male l’idea che ad ammazzare nostro figlio sia stato un poliziotto» riflette la mamma. «Uno che per lavoro gli incidenti di questo tipo dovrebbe contrastar­li in qualunque modo...».

Suo marito dice che la loro vita è finita nello stesso momento in cui l’auto si è scontrata con lo scooter, che Davide gli manca in un modo che lo fa uscire matto. «Ma lo sa cosa mi fa davvero paura? Un dubbio che mi è entrato nella testa: e se le cose ora non andassero come dovrebbero? E se alla fine di tutto, non ci fosse Giustizia?».

Intanto il poliziotto è ai domiciliar­i per omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza: ieri pomeriggio il giudice di Treviso ha convalidat­o l’arresto. Chiuso nel suo appartamen­to, al citofono risponde una voce femminile, forse quella della sua compagna: «È un momento difficile, non ce la sentiamo di dire nulla».

Quando c’è stato l’incidente, l’auto e il motorino viaggiavan­o in direzioni opposte lungo via Olimpia, a Paese: ancora una manciata di chilometri e il 17enne avrebbe svoltato all’altezza del capitello per parcheggia­re lo scooter nel giardino di casa. «E invece non tornerà più».

Domenica era la festa della mamma. Barbara Vedelago ci ha pensato subito: «È il giorno in cui i figli portano un fiore alla loro mamma. D’ora in avanti sarà il giorno in cui io dovrò portare un fiore a mio figlio, in cimitero».

Quella sera sono corsi anche loro sul luogo dello schianto. «C’era una scarpa da ginnastica vicino al corpo, l’altra era a venti metri di distanza» dice la madre.

«Invece la macchina che l’ha travolto - aggiunge suo marito - era almeno a cento metri: per come la vedo io non s’è fermato subito».

I genitori non sono stati i primi ad arrivare in via Olimpia. «Da circa un anno Davide aveva una fidanzatin­a, un tesoro di ragazza di 16 anni» racconta Barbara Vedelago. «Era partito da casa sua per tornare qui, e lei dopo un po’ aveva provato a telefonarg­li ma non le rispondeva. Allora, con un programma sul telefonino, l’ha geolocaliz­zato e ha notato che il segnale rimaneva inspiegabi­lmente fermo lungo la strada. Dopo cinque minuti s’è preoccupat­a, e ha chiesto ai genitori di accompagna­rla». La ragazzina ha inseguito quel puntino luminoso sul cellulare. È in quel modo che ha scoperto che Davide era stato investito.

«Quando siamo arrivati era sdraiata sopra di lui, lo abbracciav­a e piangeva. Ci ha detto: “Lo sto riscaldand­o con il mio corpo”. Credeva davvero di poterlo salvare, anche se mio figlio era già morto. È rimasta stretta al suo fidanzatin­o per un tempo interminab­ile».

Davide Pavan frequentav­a il quarto anno dell’istituto tecnico «Max Planck» di Lancenigo. Aveva la passione per le motociclet­te ma il suo obiettivo era di trovare un lavoro in qualche industria della zona, come perito tecnico in automazion­i. «Che ragazzo era? Io sono la sua mamma, per me vale la “regola delle tre B”: bello, bravo e buono. Ma lo era davvero. Davide aveva un carattere forte, era molto fermo nelle sue idee, ed era anche estremamen­te intelligen­te. Si comportava bene, non eccedeva negli alcolici tanto meno se poi doveva guidare. Da quando aveva quella fidanzatin­a, poi... s’era innamorato perdutamen­te, come si fa a quell’età».

Claudio Pavan non riesce a smettere di piangere. «Spero che almeno tutto questo dolore possa spingere altre persone a riflettere: non ci si mette alla guida dopo aver bevuto». È arrabbiato col destino. «Quando leggevo sui giornali di incidenti di questo tipo, provocati da un automobili­sta ubriaco, mi chiedevo come avrei reagito se fosse capitato a qualcuno che mi stava a cuore, se sarei riuscito a mantenere la calma, a non vendicarmi. E ora sono qui, a chiedermi se ci sarà giustizia». Sua moglie lo interrompe: «Non posso fare a meno di pensare all’investitor­e: anche lui avrà una mamma che in questo momento sta soffrendo».

Claudio scuote la testa allargando le braccia. «Continuo a ripetermi che io e mia moglie ora dobbiamo pensare a proteggere l’altro nostro figlio, il fratellino di Davide. Devo trovare la forza di andare avanti. Ma non lo so proprio, se la trovo...».

Il padre

La mia grande paura è che le cose non vadano come dovrebbero. E se alla fine di tutto non ci fosse giustizia?

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La vittima Davide Pavan aveva 17 anni e l’altra sera stava tornado a casa
 ?? ?? La vittima Davide Pavan, 17 anni, studiava all’istituto tecnico «Max Planck» di Treviso. Aveva la passione per le motociclet­te
La vittima Davide Pavan, 17 anni, studiava all’istituto tecnico «Max Planck» di Treviso. Aveva la passione per le motociclet­te

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