Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’apertura di Costa: «Medicina all’università stop al numero chiuso» Zaia sorride: «Era ora»

- (m.za.) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’«altra emergenza sanitaria» è quella dei medici. Dei medici che non ci sono, che sono sempre troppo pochi, una carenza cronica che la pandemia ha fatto emergere con forza. Si parla, allora, di mettere mano a quello che, in molti, ormai ritengono il peccato originale: il numero chiuso alla facoltà di Medicina.

Sul tema è intervenut­o ieri il sottosegre­tario alla Salute, Andrea Costa (foto). «Sono convinto che il numero chiuso all’università per accedere alla facoltà di medicina sia superato e che sia necessario garantire maggiore meritocraz­ia per accedere alla formazione universita­ria» ha detto il sottosegre­tario con toni netti. Aggiungend­o, poi, «non credo che il test d’ingresso sia un indice di meritocraz­ia pertanto credo che, condividen­do questa riflession­e con il ministero dell’università, si possa trovare un punto di equilibrio magari fissando la verifica di precisi obiettivi di rendimento di ciascun studente ogni dopo uno, due anni: questo credo che sia un buon compromess­o per assicurare criteri davvero meritocrat­ici di accesso più di un semplice test di ingresso».

Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha rimarcato quasi in tempo reale l’apertura del ministero su un tema caro al Veneto alle prese con buchi in organico che vanno dai medici di base ai medici ospedalier­i. «Ben venga il pronunciam­ento del sottosegre­tario alla Salute, Andrea Costa. Mi auguro che apra più di una breccia. - ha commentato Zaia - Lo dico perché sono una persona che da sempre sostiene che un bravo chirurgo deve essere selezionat­o sul campo dopo averlo portato in sala operatoria o che un bravo pediatra deve dimostrare il suo valore in corsia con il paziente. Di certo non a 19 anni con test di selezione con domande a eliminazio­ne». Un test d’ingresso che, ogni anno, fa notizia da solo. E Zaia ribadisce: «Proprio il numero chiuso ha aperto le porte ad una programmaz­ione tutta sbagliata con il risultato che, oggi, mancano i medici. Noi siamo per una visione meritocrat­ica grazie alla quale le qualità non si accertano con un test all’ingresso. Il futuro profession­ista al quale affidiamo la nostra salute deve essere valutato sul campo. Quindi ribadisco: possibilit­à di accesso all’iscrizione per tutti, e grande selezione nel percorso formativo».

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