Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nell’area industriale sorgerà un maxi parco agrivoltaico
A Costa arrivano cento ettari di pannelli solari e capannoni di logistica alti 30 metri
ROVIGO La macro area di Costa, silenziosa per quindici anni, sta per cambiare aspetto. Oggi è un’area industriale da 220 ettari solo sulla carta, in realtà si tratta di campi coltivati ma su 110 ettari è in progetto un maxi parco agrivoltaico, cioè pannelli di silicio di ultima generazione che trasformano energia solare in energia elettrica senza impedire la coltivazione del terreno sottostante. I pannelli sarebbero issati su pali rimovibili e le macchine agricole potrebbero transitare sotto per effettuare le lavorazioni. Negli altri 100 ettari invece sono in previsione capannoni di stoccaggio per la logistica molto alti, quasi 30 metri. Perché sia possibile, il consiglio comunale di Costa il 19 maggio approverà una variante urbanistica per consentire costruzioni fino a 32 metri d’altezza.
La proprietà dei fondi non è frammentata, un paio di soggetti con le idee molto chiare. Il fondo immobiliare che vuole investire nella logistica, per esempio, vanta già pre accordi per la sottoscrizione di contratti con società che hanno bisogno di muovere velocemente, e quindi di stoccare nelle immediate vicinanze delle più rapide vie di comunicazioni, enormi quantità di merci. È stata determinante la presenza del collegamento ferroviario che arriva proprio nel centro della macro area industriale di Costa. È un «baffo» che si stacca dalla linea che collega Rovigo a Verona. Un dettaglio cruciale che consente di inserire l’investimento nel solco delle linee di indirizzo dell’unione Europea che chiede ai Paesi membri da decenni di far slittare la domanda di trasporto (pubblico e privato) da gomma a rotaia. Oggi lo fa con maggior forza usando quel criterio anche nell’erogare i soldi del Next Generation Eu, che in Italia diventano i fondi del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza).
Non solo rotaia però:la macro area di Costa dà anche sull’autostrada A13, Bologna - Padova e risponde alla logica di concentrare le aree produttive, dove le infrastrutture viarie sono già presenti per favorire la competitività delle imprese e per non rendere necessaria la realizzazione di costosi interventi di realizzazione di infrastrutture dove non ci sono. Proprio l’unione Europea cerca di scoraggiare la frammentazione delle aree residenziali e produttive in favore dell’efficienza energetica, per ridurre la quantità complessiva di chilometri necessari per movimentare merci e persone e per ridurre la necessità di energia e l’impatto ambientale dei Paesi membri. Una logica opposta a quella della Zls (zona logistica semplificata) che da Stienta a Melara non solo non è raggiunta dalla ferrovia ma non hanno nemmeno l’autostrada. Il tentativo della politica locale polesana infatti è di abbassare le imposte in zone mal collegate che si stanno spopolando per sperare che in un secondo momento arrivino anche le infrastrutture. E al momento non sono usciti allo scoperto possibili investitori.