Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il pentimento del rugbista «Mi sento distrutto vorrei scrivere una lettera alla famiglia del ragazzo»

- De. Bar. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO «Vorrei scrivere alla famiglia della vittima, dirgli che mi dispiace infinitame­nte per quello che è successo. Ma temo che, in questo momento, ogni cosa che io dica sarebbe interpreta­ta male». Sono le poche parole che Samuel Seno affida al suo legale, l’avvocato Alessandro Canal. Il suo cellulare è stato sequestrat­o e verrà esaminato per verificare che l’uomo non lo stesse usando quando, intorno alle 22 di domenica, ha centrato con la sua auto lo scooter su cui stava viaggiando Daniele Pavan. Non risponde neppure al campanello del suo appartamen­to, a Treviso nel quartiere di Santa Bona, lo stesso dove il 28enne, poliziotto dell’ufficio Stranieri, era stato per un giorno in custodia cautelare ai domiciliar­i.

«Sono distrutto, finito» aveva detto in lacrime al suo avvocato, che ha sentito qualche istante dopo lo schianto. Prima aveva chiamato i numeri di soccorso e il capitano della squadra della Asd Rugby Paese, Mattia Geromel, che aveva lasciato solo qualche minuto prima: «Venite qui, ho fatto un incidente, è successo un disastro». L’alcol che gli hanno trovato nel sangue, un valore che si avvicina a tre volte il limite consentito, Seno lo aveva bevuto in quello che, oltre ad essere il party di fine anno della società, era anche il suo addio al rugby Paese. «Smetto perché devo pensare al lavoro e al futuro, devo pensare alle progressio­ni interne in polizia» aveva detto qualche giorno prima al suo allenatore, Massimo Menelle, preannunci­andogli un ritiro dalla serie A a cui forse doveva seguire un impegno, molto più blando, in qualche squadra di una serie minore. «Era stata una bella festa - dice il presidente del sodalizio rossoblu Pierluigi Pozzebon - un momento di allegria passato con mogli e fidanzate. Siamo stati insieme fino alle 21,30, poi tutti quanti si erano avviati. Samuel ha deciso di mettersi in macchina, forse non doveva. Quello che è successo è una vera tragedia, in primo luogo per la famiglia del 17enne che è rimasto ucciso e poi per Seno, un ragazzo straordina­rio, con un carattere unico, fuori e dentro il campo, sempre corretto, sempre disciplina­to, molto disponibil­e con tutti. Sì è vero, si è fatta baldoria, ma lui è anche un poliziotto e abbiamo pensato che sapesse quello che stava facendo».

La palla Ovale era più di una passione, quasi un destino per chi come lui è figlio d’arte: la mamma infatti (lo chef Jolanda Baratto) è stata una delle pioniere del rugby femminile, che ha vestito la casacca delle Red Panthers e poi è diventata la prima donna arbitro in Italia. Così fin da bambino ha mangiato «pane e mischia», formandosi nel vivaio del Benetton, poi un passaggio alla Tarvisium e infine ritagliand­osi un posto come uno dei migliori talenti d’italia nel ruolo di centro, cosa che lo ha portato in nazionale U20 a disputare anche un mondiale di categoria. A 19 anni erano arrivati il passaggio a San Donà e le selezioni per le Fiamme Oro, fino all’ingresso in Polizia e il passaggio con il Paese.

Quando la festa è finita amici e compagni di squadra pensavano che Samuel Seno fosse un po’ «allegrotto» ma non ubriaco. In un frazione di secondo, invece, ha frantumato due bastioni che,nella Marca, contano eccome: il codice di comportame­nto del rugby e la fiducia nella forze dell’ordine.

Il presidente del Paese Samuel è un ragazzo straordina­rio: sempre corretto. La serata? Solo una bella festa

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