Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rincari di concimi e carburanti, mais in ginocchio
ROVIGO Cala di oltre il 10 per cento la superficie coltivata a mais in Polesine, una delle principali colture provinciali, a causa dell’aumento del prezzo dei concimi e del gasolio agricolo.
lanciare l’allarme è il presidente di Cia Rovigo Erri Faccini, che ricorda come «nel 2021 in Polesine sono stati coltivati 27.600 ettari a granoturco, per un fatturato di 35 milioni di euro. Quest’anno, con l’urea schizzata alle stelle ed il carburante raddoppiato, l’area riservata al mais è scesa a circa 25.000 ettari. I rincari del fertilizzante e del carburante – conclude - sono causati da speculazioni generalizzate, e non solo dalla guerra in Ucraina». Tutto questo si tradurrà, per il presidente della Cia Rovigo, «in 5.000 euro di spese in più ogni 10 ettari coltivati a mais».
Per quanto riguarda l’urea fertilizzante, composta per il 46 per cento da azoto, in una stagione ne servono mediamente 25 quintali ogni dieci ettari. Se fino all’anno scorso la spesa era di 875 euro a ciclo produttivo, oggi è di almeno 2.750 euro. A questo, aggiunge Faccini, «vanno aggiunti gli incrementi del gasolio agricolo che rappresentano un’ulteriore batosta».
Oggi, ricorda Faccini, «il mais viene valutato 38 euro al quintale, mentre un anno e mezzo fa veniva 20 euro. Tuttavia, nessuno ci assicura che a settembre verranno applicati gli stessi prezzi. Nel frattempo, però, siamo tenuti a coprire i costi di produzione». Peraltro, precisa Faccini, «di solito gli imprenditori agricoli della zona non hanno dei capannoni all’interno dei quali possono stoccare il mais. Di conseguenza devono venderlo immediatamente, accettando qualsiasi prezzo di mercato verrà applicato».