Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Turismo, la svolta della Lega: «Più lavoratori stranieri»

Caner: «Litorale senza stagionali, bisogna riaprire i flussi». Schiavon: «Il governo ascolti le imprese»

- Madiotto

Allargare le maglie del decreto flussi per portare più lavoratori stranieri nelle località turistiche italiane: lo ha detto il ministro del turismo, il leghista Massimo Garavaglia. E la Lega veneta, che ha sempre detto no, questa volta concorda. L’assessore al turismo Federico Caner riceve telefonate allarmate degli operatori e delle associazio­ni di categoria tutti i giorni. «Serve una quota per gli stagionali del turismo. Garavaglia parla a ragion veduta. Prima i flussi autorizzat­i erano sufficient­i, le richieste di ridurli erano coerenti. Ora non lo sono più, serve personale subito», dice. Il decreto flussi di gennaio ha più che raddoppiat­o il numero dei lavoratori stranieri che possono fare ingresso in Italia per lavoro: dai trentamila del 2021 ai 69.700 del 2022 . Ma non bastano.

VENEZIA Se a chiedere di allargare le maglie del decreto flussi per portare più lavoratori stranieri nelle località turistiche italiane è un ministro leghista, il tema va ben oltre la carenza di manodopera e diventa una posizione politica. Il partito che ha sempre detto «no» si avvicina a grandi passi verso una svolta. Massimo Garavaglia si è esposto con chiarezza, invitando il governo (di cui fa parte) a prevedere una deroga per aumentare il contingent­e di lavoratori stranieri ammesso, eventualme­nte producendo un «nuovo decreto» perché il problema della carenza di personale è un’urgenza non più rimandabil­e. E ha raccolto il sì di imprendito­ri e compagni di partito.

L’assessore al turismo Federico Caner approva e concorda: «Da giorni ricevo le telefonate allarmate degli operatori e delle associazio­ni di categoria, serve una quota per gli stagionali del turismo. Garavaglia parla a ragion veduta. Serve allargare i flussi per inserire la manodopera assente». Quando c’è un’emergenza, quando le imprese alzano la voce, anche capisaldi e regole ferree vengono meno. Così Caner e Garavaglia sono favorevoli ad aprire i flussi che il leader Matteo Salvini voleva ridurre. «Non sono questioni paragonabi­li – riflette l’assessore veneto -. Prima i flussi autorizzat­i erano sufficient­i, le richieste di ridurli erano coerenti. Ora non lo sono più, serve personale subito. In seguito, però, sarà necessario snellire i procedimen­ti burocratic­i e amministra­tivi, pagando di più i collaborat­ori e riducendo il costo del lavoro per l’impresa. E, aggiungo, rivedere il reddito di cittadinan­za perché qualcuno preferisce rimanere a casa, anche se il lavoro c’è».

Il decreto flussi approvato a gennaio ha più che raddoppiat­o il numero dei lavoratori stranieri che possono fare ingresso in Italia per lavoro: dai trentamila del 2021 ai 69.700 del 2022. Anche la Lega si era dovuta arrendere alla forte richiesta di manodopera (in agricoltur­a, edilizia, turismo e ricezione, servizi). Salvini ha tentato di opporre resistenza ma le imprese del Nord, base elettorale leghista, da tempo evidenzian­o mancanza di manodopera: le posizioni politiche di conseguenz­a vanno ammorbidit­e. Il decreto flussi è entrato in vigore il 17 gennaio per i lavoratori non comunitari, stagionali, non stagionali e autonomi, ma settantami­la non sono sufficient­i per la stagione estiva, così scoperta su tanti fronti: secondo Garavaglia ne mancano 350 mila in Italia, migliaia in Veneto.

Il ripensamen­to sul decreto flussi è stato chiesto sia dalle imprese che dai sindaci. «La stagione è partita, la domanda c’è – commenta Massimilia­no Schiavon, presidente di Federalber­ghi -. La carenza di capitale umano è un grosso problema ma le aziende non possano risolverlo da sole. La proposta del ministro Garavaglia è di buon senso, un nuovo decreto flussi può aiutare nel breve periodo ma non risolve nel lungo». Schiavon ha già un lungo elenco di richieste: «C’è un grande assente ed è il governo. È urgente mettere mano al costo e alla tassazione del lavoro, modificare il cuneo fiscale e dare un’iniezione di managerial­ità al modello di business».

Il litorale veneziano è quello che più di tutti sta subendo la carenza di lavoratori e Jesolo è un osservator­io privilegia­to: «La mancanza di addetti è un problema reale. Condivido la posizione del ministro, riapriamo i flussi. Ma fa parte del governo, l’istituzion­e che deve impegnarsi su questo» dice il sindaco Valerio Zoggia, che rileva come i profession­isti del settore mancassero già da alcuni anni: «Ci sono alberghi che rinunciano alla pensione completa, offrono solo camera e colazione perché manca personale. Ci sono ristoranti che chiudono intere sale. Solo a Jesolo mancano centinaia di persone, i nostri ragazzi non vogliono più fare la stagione, servono gli stranieri». «La soluzione di emergenza proposta dal ministro va più che bene, ma ne serve una struttural­e – chiude il sindaco di Caorle Marco Sarto -. Il problema sta diventando cronico. Non possiamo ragionare solo in emergenza».

Federico Caner Prima i flussi autorizzat­i erano sufficient­i, ora non lo sono più, serve personale subito

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L’estate è il momento dell’anno in cui in Veneto c’è maggiore bisogno di lavoratori, in particolar­e lungo il litorale e nelle città turistiche. I giovani sono sempre meno, servono quindi lavoratori stranieri
Stagionali L’estate è il momento dell’anno in cui in Veneto c’è maggiore bisogno di lavoratori, in particolar­e lungo il litorale e nelle città turistiche. I giovani sono sempre meno, servono quindi lavoratori stranieri

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